Durante la conferenza tenuta ieri dall’Ordine dei giornalisti di Puglia sono stati resi noti alcuni punti fermi di una Riforma che entro il 13 agosto 2012 dovrà adeguare il funzionamento dell’Ordine dei giornalisti a quanto prescritto dalla legge 148/2011sul versante delle liberalizzazioni.
«Il Consiglio nazionale è riuscito a fare fronte comune per la tutela dei colleghi pubblicisti, che non sono colleghi di serie B», ha ribadito Paola Laforgia, presidente dell’Ordine regionale di Puglia. Le rassicurazioni sul mantenimento dell’albo dei pubblicisti sarebbero venute all’indomani dell’incontro di lunedì tra Enzo Iacopino ed il guardasigilli Paola Severino che ha ricevuto i rappresentanti dei 20 ordini professionali vigilati dal Ministero della Giustizia: «Il ministro ha riconosciuto la specificità della nostra professione che merita differenze di trattamento rispetto alle altre categorie. Sarà istituito un tavolo tecnico: il 90% delle norme sulle liberalizzazioni non ci toccheranno.»
Nel dettaglio è invece sceso il componente del comitato esecutivo del consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti, Michele Partipilo. A partire dal 13 agosto per accedere alla professione bisognerà sostenere un esame di stato unico e dopo aver maturato 18 mesi di pratica certificata. Dopo di che il candidato avrà la facoltà di scegliere l’albo a cui iscriversi. La riqualificazione della professione verrà garantita attraverso un percorso di formazione non solo universitario ma di carattere permanente. La mancata frequentazione dei corsi di aggiornamento, spiega Partipilo, equivarrà ad una violazione disciplinare. Presupposto per l’iscrizione all’albo dei pubblicisti sarà inoltre il possesso della laurea. «Dobbiamo adeguarci – ha detto Partipilo – molto spesso l’accesso tra i pubblicisti è solo una porta di servizio. Molto spesso non c’è altra attività prevalente, ma semplicemente difficoltà a trovare un contratto degno».
Dopo aver superato la prova di stato unica, per diventare professionisti occorrerà dimostrare l’esclusività dell’attività giornalistica, quale unica fonte di reddito. L’unica differenza nell’appartenenza ad uno dei due albi risulterebbe la quantità di tempo dedicata al fare informazione. Coloro che non vi rientrino, confluiranno direttamente nell’albo dei pubblicisti, che come è noto possono svolgere in contemporanea anche altre mansioni lavorative.
Durante la riunione prevista per oggi del Consiglio nazionale dell’Ordine presieduto dal suo presidente Enzo Iacopino, dovrebbero allora essere formalizzate le modalità per ottemperare all’obbligo per il professionista (così come per il pubblicista) di seguire percorsi di formazione continua permanente predisposti sulla base di appositi regolamenti emanati dai consigli nazionali (lettera b. comma V dell’art. 3 della legge 148/2011). Ulteriore oggetto di discussione dovrà essere inoltre l’impegno a fissare paletti più fermi per le regole sulla pratica giornalistica (che potrà essere integrata con il percorso universitario), garantendo un equo compenso al tirocinante.
Manuela Avino