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OGGI IN COMMISSIONE GIUSTIZIA ALLA CAMERA ESAME DDL COSTA /PECORELLA. SE APPROVATO LIBEREREBBE SALLUSTI E CONDANNEREBBE LA RETE

Il testo, se approvato, prevede l’eliminazione della pena di reclusione per diffamazione a mezzo stampa ma nello stesso tempo imporrebbe di applicare al web tutte le norme della legge sulla stampa del 1948.
All’articolo 1 della legge 8 febbraio
1948, n. 47, e` aggiunto, in fine, il seguente
comma:
« Le disposizioni della presente legge si
applicano, altresı`, ai siti internet aventi
natura editoriale ». Pur trattandosi di formulazione generica potrebbe quindi includere blog e social network.
Ma andiamo per punto. Se ciò avvenisse, i gestori dei siti dovrebbero nominare un direttore responsabile (giornalista), registrare la propria testata(avendo cura tempestivamente di comunicare entro 15 giorni ogni mutamento delle informazioni necessarie) e incorrere nella sanzione della decadenza qualora non si pubblichi il sito entro sei mesi o non lo si aggiorni in un anno. Il testo inoltre contiene le norme sulle intercettazioni sulla scia del ddl Alfano, ossia norme in tema di obbligo di rettifica e regime di responsabilità per diffusione di contenuti dichiarati illeciti. Queste norme sarebbero una “mazzata” contro i proprietari delle grandi piattaforme di condivisione dei contenuti, in quanto gli stessi verrebbero portati inevitabilmente ad azioni risarcitorie. Non ultimo il problema della registrazione al Roc. Blogger e gestori dei siti, potrebbero, senza registrazione, incappare nel reati di “stampa clandestina” che prevedono la reclusione fino a due anni o una multa molto salata. A titolo di cronaca, il DDL 881 Costa/Pecorella giace alla Camera da più di 4 anni. La crisi del debito non era ancora scoppiata, Monti si occupava di politica europea, lo spread pareva solo essere una bibita analcolica e Grillo era ancora nel pieno della sua fase “comica”. Ma non solo. Erano gli anni in cui il pluralismo era maggiormente garantito dalla presenza di almeno una dozzina di giornali ormai scomparsi ed era perfino possibile iscriversi ad attività sportive senza essere “controllati” dal fisco. Si, perché oggi, per chi non lo sapesse, il nuovo redditometro comprende anche questa voce.

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