Il prossimo 15 maggio scade il consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni e oggi, alle ore 11.30, presso Palazzo della Minerva (Sala Capitolare) il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, illustrerà il bilancio di fine mandato. Calabrò traccerà il quadro dell’attività svolta nel corso del settennato 2005-2012 ripercorrendo i principali provvedimenti adottati nel settore delle tlc e in quello radiotelevisivo e passando in rassegna i risultati che il Consiglio uscente lascia in eredità al prossimo.
A seguito del decreto “Salva Italia” del nuovo Consiglio faranno parte, oltre al Presidente, quattro Commissari anziché gli otto che compongono l’attuale Consiglio, nominati due dalla Camera e due dal Senato. La designazione del Presidente spetta invece al premier su proposta del ministro dello Sviluppo economico e deve essere ratificata dalle commissioni competenti dei due rami del Parlamento con una maggioranza dei due terzi.
Ricordiamo, a tal proposito, che la commissione Industria del Senato ha approvato un emendamento al decreto-legge integrativo decreti liberalizzazioni e consolidamento conti pubblici (Atto Senato n. 3221) che prevede che ciascun senatore e ciascun deputato dovrà esprime il voto indicando un nominativo per il consiglio (e non più uno per ciascuna commissione). Un atto necessario, secondo il senato del Pd Luigi Zanda, per evitare “un serio rischio per l’equilibrio del futuro consiglio dell’Authority”. Il sistema previsto dalla legge del 1997, con il dimezzamento dei commissari, favorirebbe un accordo nella maggioranza che potrebbe fare man bassa e portare a casa l’intera posta monopolizzando entrambe le commissioni.
L’emendamento:
1.102
ZANDA
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
«2-bis. In ragione della necessità di coordinamento legislativo e di adeguamento tempestivo alle disposizioni dell’articolo 23, comma 1, lettera a), del decreto-legge 12 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, sono apportate le seguenti modificazioni all’articolo 1, comma 3, della legge 31 luglio 1997, n. 249:
a) al secondo periodo e al quarto periodo, la parola: “quattro”, è sostituita dalla parola: “due”;
b) il quinto periodo è sostituito dal seguente: “Ciascun senatore e ciascun deputato esprime il voto indicando un nominativo per il consiglio”».
Conseguentemente, aggiungere, nel titolo, le seguenti parole: «nonché disposizioni di coordinamento e di adeguamento all’articolo 23, comma 1, lettera a) del medesimo decreto-legge n. 201 del 2011».
C’è maretta al settimanale Oggi: i giornalisti hanno sfiduciato il direttore Andrea Biavardi, subentrato a…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Fumata bianca ad Askanews: l’assemblea dei giornalisti dà il via libera alla proposta di prepensionamenti.…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Le cose cambiano, tutto scorre direbbe Eraclito. Sono passati meno di cinque anni dal 2020,…
Le associazioni degli editori europee sono pronte a ingaggiare battaglia contro Google. Per il caso…