“Sarà il primo maggio meno festa di sempre per i lavoratori dell’informazione, con l’emergenza coronavirus che ha reso ancor più drammatica la condizione professionale di migliaia di precari, già in attesa da troppo tempo di un equo compenso”. Lo hanno scritto in una nota il presidente e il segretario del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna e Guido d’Ubaldo che in una nota hanno dichiarato: “Uno scandalo, a prescindere da quel che sta accadendo in questi giorni, il cui superamento deve costituire la priorità assoluta della categoria. L’auspicio è che il tavolo presso la Presidenza del Consiglio sia, in fase due, rilanciato al più presto. Proprio il sottosegretario all’editoria Martella ha ben individuato l’altra questione non più rinviabile: quella del copyright. Consentire una massiva diffusione pirata dei giornali attraverso gli strumenti social a disposizione è assimilabile a un furto e certamente nella giornata del primo maggio va sottolineato che così si sta rubando il futuro ai giornalisti”.
Ma non è tutto: “Ogni giorno, mezzo milione di ladri, addirittura il doppio secondo la Finanza, privano l’informazione italiana del suo presente e dunque del suo futuro. Un furto quantificabile tra i 250 milioni e il miliardo di euro annui. E’ un attentato al diritto all’informazione ma anche alla democrazia. Quel diritto che viene garantito grazie al rapporto tra la comunità di lettori e i quotidiani. Lanciando un Sos a tutte le istituzioni, ringraziamo chi si è già mosso a cominciare dalla Procura di Bari, allo stesso Andrea Martella, a Massimiliano Capitanio, che ha annunciato una proposta di legge sulla pirateria, sperando di poter allargare in maniera esponenziale l’elenco di chi si spende per contrastare un fenomeno letale, anche per chi inconsapevolmente lo alimenta, per la libertà di stampa. In questo c’è un ponte ideale tra la festa dei lavoratori, meglio sarebbe dire la festa dalla parte dei lavoratori, col 3 maggio, giorno appunto della libertà di stampa”.
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