La rete, garantendo l’anonimato ai pedofili, offre uno spazio ideale, una “piazza” di scambio praticamente senza confini. Ma se è vero che i criminali utilizzano la tecnologia per commettere più facilmente questi crimini abominevoli, è anche vero che la tecnologia può aiutarci a combatterli. È quanto ha sottolineato Franco Frattini, Vicepresidente della Commissione Europea, nell’ambito del 4° Microsoft Innovation Day. Attualmente sono disponibili diverse tecnologie per prevenire i rischi relativi agli abusi contro la privacy degli utenti internet. Fra queste, gli strumenti di crittazione, in grado di impedire atti di pirateria informatica quando le informazioni sono trasmesse via web e di aiutare le autorità di controllo ad adottare misure adeguate per proteggere i dati personali dal trattamento illecito. Ci sono poi i dispositivi di bloccaggio che eliminano i cookie installati nel computer per eseguire specifiche istruzioni senza che l’utente ne sia consapevole. Ed è poi possibile installare programmi per il ripristino automatico dell’anonimato una volta che i dati personali non sono più necessari a conseguire gli scopi per i quali erano stati raccolti. Nell’ambito del settimo programma quadro per la ricerca sulle tecnologie per la protezione della privacy (PET) saranno lanciati 24 nuovi progetti in materia di sicurezza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, di gestione di identità, privacy e trust. La strategia europea comprende, inoltre, a settembre, il lancio del primo Forum europeo per l’innovazione e la ricerca sulla sicurezza (ESRIF), che coinvolgerà rappresentanti dei settori pubblico e privato. La battaglia contro la pedopornografia online, infatti, non va combattuta solo al computer, ma anche nelle piazze, nelle scuole, sulla stampa, perché bisogna, prima di tutto, aumentare la conoscenza di questi crimini da parte dell’opinione pubblica.