Ancora una tegola per il leader maximum dell’economia siciliana, l’editore Mario Ciancio che, dopo avere citato la trasmissione “Report” di Rai 3, anziché vedersi risarcire il presunto danno, si è visto condannato al pagamento delle spese processuali, pari a trentamila euro. La citazione civile milionaria di Mario Ciancio è stata respinta dal Tribunale di Roma. La trasmissione, della quale sono autori Milena Gabanelli e Sigfrido Ranucci, che ha curato il servizio su Catania, è stata assistita in giudizio da Alessio La Pegna, civilista romano che ha seguito le numerose udienze degli ultimi 3 anni. Secondo i legali di Ciancio, che avevano chiesto un risarcimento danni da 10milioni di euro, la trasmissione I Vicerè, andata in onda il 15 marzo del 2009, avrebbe avuto “un carattere ampiamente diffamatorio, in quanto basata su notizie false ed espresse al di fuori dei limiti della continenza espositiva che deve caratterizzare il libero esercizio del diritto di critica tipico del giornalismo d’inchiesta”.
Su queste basi, l’editore catanese aveva chiesto la rimozione della trasmissione dal sito internet di Report e la condanna al pagamento per ogni giorno di ritardo nella rimozione, ma anche la pubblicazione della sentenza “su numerose testate giornalistiche e i relativi siti internet, nonché su testate giornalistiche Rai radiofoniche e televisive”. Ciancio aveva chiesto anche la pubblicazione della condanna “almeno per un quinquennio” sui siti internet “di titolarità della Rai”. Il giudice Damiana Colla, del Tribunale di Roma, ha ritenuto la domanda di Ciancio “non fondata”, sottolineando che “l’intera puntata è espressione del giornalismo d’inchiesta. I giornalisti -si legge nella sentenza- hanno inteso delineare, nel più ampio contesto delle vicende relative al dissesto del comune di Catania ed alle sue ragioni, rinvenute dai giornalisti anche nella consueta e rilevante commistione tra mafia, amministrazione locale, informazione ed imprenditoria in genere, la figura e la carriera professionale di Mario Ciancio, uno degli imprenditori catanesi i cui interessi e la cui attività imprenditoriale da decenni spaziano -nella complessa realtà di commistioni ed interferenze prima illustrata, dal settore dell’editoria e della radiotelevisione, a quello dell’edilizia, e ancora a quello della pubblicità e dei servizi.
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