Le testate cooperative e non profit rischiano seriamente di chiudere i battenti se non sarà confermato il fondo per l’editoria
Per continuare a vivere l’editoria italiana non profit e cooperativistica ha bisogno di una mano dal Governo e dall’opinione pubblica. Un messaggio chiaro lanciato dal coordinatore di Mediacoop e di Alleanza delle cooperative italiane (Aci) Roberto Calari, tra i più attivi protagonisti della campagna a favore del pluralismo dell’informazione Meno giornali meno liberi. “La situazione è molto seria – dice Calari a Nuovarete 7 Gold – e molto grave anche se più volte è stato dichiarato un impegno da parte del Governo ai firmatari della campagna Meno giornali meno liberi ed alle 9 associazioni – Anso, Articolo 21, Cgil-Slc, File, Fnsi, Fisc e Uspi oltre all’Aci ed a Mediacoop –. Cooperative e giornali non profit sono impegnati quotidianamente nella produzione dell’informazione locale e di testimonianza e di inchiesta a livello nazionale però ancora non capiamo come il Governo intenda intervenire per risolvere questo drammatico problema che si è creato per il taglio del fondo del 2013 avvenuto ex post, successivamente alla chiusura dei bilanci, e per la mancanza di risorse certe riferite al 2014 visto che neanche il Milleproroghe è riuscito a modificare questa mancanza di risorse per il fondo per l’editoria da stanziare nel 2015 ma relativo all’anno precedente”.
Sostegno dal Governo, ora i fatti
“Apparentemente – prosegue il coordinatore di Mediacoop e Aci – abbiamo la dichiarazione di volontà da parte del Governo di intervenire su questa materia così delicata per il pluralismo dell’informazione, ma dall’altro lato ci manca una convocazione che chiediamo a gran voce. D’altra parte nella campgna portiamo avanti questa richiesta assieme ale tema della riforma e speriamo nei prossimi giorni di poter avere un incontro. Vigileremo molto attentamente perché dovrebbe partecipare alla seduta una parte significativa dell’informazione locale di testimonianza e di inchiesta non profit di questo Paese, quindi fino all’ultimo cercheremo di portare questo discorso con il Governo verso sviluppi che diano qualcosa di concreto“.
Sensibilizzare l’opinione pubblica
“L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, colpita da molte situazioni negative e da alcuni episodi di malaffare che si sono verificati negli anni scorsi anche nell’utilizzo stesso delle risorse per l’editoria. D’altro canto la stessa opinione pubblica forse non è del tutto al corrente di quanto accaduto con il decreto Peluffo (clicca qui per approfondire) dal 2012 in poi e quanto siano oggi stringenti, importanti, selettive e certificate le dinamiche che governano, per testate assolutamente non profit, questo tipo di intervento dello Stato a sostegno del pluralismo e dell’editoria. Questo è fondamentale per la loro sopravvivenza perché non può essere solo il mercato a garantire il pluralismo dell’informazione. Teniamo alta la testa e l’attenzione sull’impegno di tanti giornalisti e professionisti che lavorano tutti i giorni nel mercato dell’informazione con umiltà impegno e sacrificio e rappresentano le risorse fondamentali per garantire un diritto costituzionale fondamentale che è importante in Italia come in tutto il resto d’Europa, che è quello del pluralismo dell’informazione“, conclude Calari.
Segui la campagna Meno giornali = meno liberi su Facebook e su Twitter