Il 15 maggio prossimo scade l’attuale consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, guidato da Corrado Calabrò. Quello che si sta profilando in questi giorni è un tira e molla tra nomi proposti e sistematiche smentite. La patata è bollentissima, non c’è bisogno di sottolinearlo. In ballo c’è il tema molto delicato dell’asta per le frequenze che sarebbero dovute andare regalate a Rai e Mediaset ma anche la definizione di posizioni dominanti sul mercato televisivo, la famigerata questione dello spacchettamento dei servizi di unbundling (l’affitto del doppino ai concorrenti) e il tema urgente dello sviluppo dell’infrastruttura di banda larga.
La faccenda è così delicata che si è fatta avanti persino l’Onu. Frank La Rue, relatore speciale dell’Onu per la libertà di manifestazione del pensiero ha scritto al governo per manifestare grande preoccupazione sulla vicenda. Si tratta di una lettera indirizzata al Sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura. Il funzionario ha chiesto al Governo italiano di lanciare una consultazione pubblica coinvolgendo anche la società civile e di pubblicare i curricula dei candidati in un’ottica di trasparenza e a garanzia dell’imparzialità dell’Authority. Di più, La Rue si è messo personalmente a disposizione per offrire la sua cooperazione tecnica al processo di nomine dell’Agcom in corso per garantire che avvenga in modo trasparente e corretto.
Il successore di Calabrò è di nomina governativa, il candidato lo sceglie la presidenza del Consiglio e il ministero dello Sviluppo economico. Ma poi c’è da superare lo scoglio su cui si sono infrante, in passato, tante speranze: c’è bisogno dei due terzi dei voti favorevoli delle commissioni. In soldoni: Pd e Pdl. Non facile uscirne, perchè il “partito di Mediaset” vuole la maggioranza. Sarà per questo che i nomi più accreditati si fanno indietro. Fabio Colasanti, che ha una lunga esperienza a Bruxelles già dai tempi di Prodi ha dichiarato di non essere disponibile all’incarico. Si è fatto il nome di Roberto Viola, attuale segretario generale dell’AgCom. Ma ci ha pensato lui stesso a smentire lamentandosi di essere stato accostato come candidato al Pdl. Ultimo nome credibile in circolazione è Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ma proprio lui ha scritto su Twitter che non accetterà l’incarico: «Ne sarei onorato ma mi sentirei un disertore».
Intanto il Pdl sta lavorando ai commissari: dopo l’emendamento che ha portato il numero da 9 a 5, riducendo quelli di nomina parlamentare da 8 a 4, in sostanza ce n’è uno per il Pdl (scontata la riconferma dell’attuale Antonio Martusciello), uno per il Pd (Antonio Sassano?), uno per l’Udc (Rodolfo De Laurentiis?) e l’ultimo per la Lega. Dove però ci sarebbe una trattativa in corso con Silvio Berlusconi.
Alle Camere il nodo nomine AgCom è stato messo in calendario tra il 21 e il 24 maggio.