C’è maretta alla Città di Salerno. L’editore annuncia quattro licenziamenti, i giornalisti proclamano cinque giorni di sciopero e sfiduciano il direttore Antonio Manzo.
La posizione dell’assemblea dei redattori del quotidiano salernitano è stata resa nota tramite alcune comunicazioni ufficiali. La prima, inerente la questione dei licenziamenti e l’indizione di uno sciopero, è corsa sui social grazie anche al tam tam del web: “Nello stesso giorno in cui applica un ulteriore aumento al prezzo di copertina (portandolo a un importo superiore a quello del principale concorrente), la Edizioni Salernitane srl annuncia un piano di quattro licenziamenti che è l’ultimo atto di un progetto preordinato volto allo smantellamento dell’attuale redazione composta da tredici giornalisti. Il Comitato di redazione esprime parere contrario a ogni ipotesi di licenziamento e ribadisce che i tagli avviati con il documento aziendale non trovano alcun fondamento nei dati contabili della Edizioni salernitane (come emerge dal saldo attivo dell’ultimo conto di esercizio depositato in Camera di commercio) e che negli ultimi due anni i giornalisti hanno acconsentito a enormi sacrifici economici che hanno permesso all’azienda cospicui risparmi sul costo del personale”.
E ancora: “A fronte di ciò l’azienda ha invece continuato ad avere atteggiamenti dubbi, drenando risorse in favore di progetti editoriali riferibili ad altre sigle societarie. È quindi evidente come i licenziamenti annunciati ieri siano frutto di un progetto precostituito, avviato già nel 2017 con la cessione della testata a una società fiduciaria (con proprietà schermata) e culminato ora con la stesura di quella “black list” che il precedente direttore responsabile, nel suo editoriale di saluto, ha spiegato di avere reiteratamente rifiutato di stilare. Un’azienda che, al contrario, volesse ancora sostenere di avere come obiettivo il mantenimento del prodotto “la Città” ha il dovere di tornare al tavolo delle trattative sindacali (così come già chiesto anche dagli organismi di categoria), tavolo che ha abbandonato, in maniera unilaterale e immotivata, prima ancora che si iniziasse a discutere di qualsiasi ipotesi di riorganizzazione”.
Di mezzo alla vicenda, perciò, è finito anche l’attuale direttore del quotidiano. Che è stato sfiduciato con undici voti favorevoli a fronte di due astensioni. “L’Assemblea dei redattori ritiene irrimediabilmente compromesso il rapporto di fiducia con il direttore responsabile Antonio Manzo a seguito della firma che ha apposto in calce alle procedure di licenziamento nonostante le ripetute dichiarazioni, anche nel corso delle riunioni di redazione, nelle quali escludeva categoricamente la possibilità di licenziamenti e assicurava che, in ogni caso, non li avrebbe avallati. Evidenzia – si legge ancora nel comunicato – l’elusività delle risposte fornite al Cdr circa il piano editoriale posto alla base delle procedure di licenziamento e lamenta la mancata predisposizione di un piano, da parte del direttore, che definisse in maniera chiara e univoca l’orario di lavoro durante la vigenza del contratto di solidarietà difensivo e che l’ordine di servizio, annunciato a seguito di sollecito da parte del Cdr, non è mai stato redatto fino alla scadenza del contratto di solidarietà stesso”.
Questa mattina, i giornalisti hanno indetto una conferenza stampa. Da sabato sono entrati in sciopero per cinque giorni.
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