L’aula del Senato ha respinto la proposta della Giunta delle immunità che chiedeva di autorizzare gli arresti domiciliari del senatore Sergio De Gregorio. Contro la proposta della Giunta si sono espressi 169 senatori, a favore 109, 16 le astensioni. Sergio De Gregorio è indagato per truffa e bancarotta in uno dei filoni dell’inchiesta sui finanziamenti pubblici al quotidiano “l’Avanti!” di Valter Lavitola. De Gregorio, interrogato dai pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock ha ricostruito la genesi del suo rapporto con Lavitola. Un legame iniziato nel 1993 e concluso nel 2006 quando, ha affermato De Gregorio, «entrai in politica perché eletto per la prima volta al Senato e decisi di non interessarmi più di società che avevano accesso ai finanziamenti pubblici». Nel corso del faccia a faccia l’esponente del Pdl ha consegnato ai pm anche documenti e allegati, fra i quali il contratto che prevedeva la distribuzione de “l’Avanti!” nelle stesse aree dove veniva distribuito il quotidiano “il Giornale”.
«Chi ha votato contro l’arresto del senatore De Gregorio coprendosi con il voto segreto ha assunto su di sé la responsabilità di contribuire, proprio in questo momento, a screditare e umiliare il Parlamento e la politica», ha affermato Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. «L’esito del voto – ha sottolineato Finocchiaro- è chiaro: il voto segreto ha dato la possibilità di saldare una maggioranza occulta. L’intervento del senatore Quagliariello può aver impressionato qualcuno, ma non serve a spiegare perché il Pdl ha imposto al proprio gruppo di respingere la richiesta di arresto. Mi auguro con tutto il cuore che in occasione del voto sulla vicenda che riguarda il senatore Lusi non ci sia nessuna richiesta di voto segreto. Il modo migliore per onorare il mandato parlamentare e la politica è quello di assumersi pubblicamente la responsabilità delle proprie scelte».
«Il voto del Senato su De Gregorio trasforma il Parlamento nella casa dell’impunità e dimostra che all’indecenza non c’è fine. Quella di oggi è una brutta pagina per il Senato che ha scelto di far prevalere la via dell’impunità e dell’ingiudicabilità sulla giustizia comportandosi da vera e propria casta degli intoccabili: c’è solo da vergognarsi»: è il parere del Presidente dei Verdi Angelo Bonelli. «Il voto del Senato però va interpretato con molata attenzione perché- ha proseguito Bonelli- nonostante molti gruppi (Pd, Idv, Lega Nord, Udc) si siano espressi a favore dell’arresto i conti non tornano – conclude Bonelli -. I voti contro l’arresto sono stati 169 ma i membri del gruppo del Pdl (ammesso che fossero tutti presenti) sono solo 127. Mancano almeno una quarantina di senatori che nel segreto dell’urna hanno votato per l’impunità di De Gregorio».
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