Si è conclusa la vertenza di Liberazione ma l’esito non è stato positivo. «Andremo tutti e tutte in Cassa integrazione a zero ore», ha comunicato il cdr di Liberazione, aggiungendo che «Rifondazione comunista (che attraverso la società editoriale Mrc di cui è unica socia si è opposta in maniera miope a ogni tentativo di soluzione costruttiva, a ogni proposta di ulteriore sacrificio che non smantellasse il giornale e la redazione) infligge ai suoi lavoratori e lavoratrici una tragica sconfitta». «Abbiamo firmato la richiesta» di cassa integrazione – prosegue la nota – «per evitare ulteriori difficoltà a colleghi già provatissimi (il mancato accordo avrebbe implicato complicazioni e ritardi nell’erogazione dell’ammortizzatore sociale). A fatica abbiamo ottenuto, pare, il pagamento delle nostre spettanze ma non lo smaltimento delle ferie arretrate normalmente previsto prima dell’inizio della Cassa». «L’annunciata ripresa delle pubblicazioni – sostiene ancora il cdr – appare persa nella nebbia (la si lega tra l’altro a un »adeguato stanziamento« anche per il formato in Pdf non solo per il 2012 ma anche per »il seguente biennio«). Non a caso Regione Lazio e Ministero del Lavoro si sono dovuti impegnare in una serie di accertamenti per verificare la credibilità di una »sospensione« che al momento sembra sine die, nonostante le opposte assicurazioni». «Nessun conforto ci deriva ormai dal rifinanziamento del Fondo per l’editoria per 120 milioni – scrive inoltre il cdr -: risultato certamente ancora insufficiente, ma significativo, di una lotta che ci ha visto in prima fila. Ai tavoli sindacali abbiamo appreso infatti che il contributo maturato nel 2011 da Liberazione è stato interamente ceduto al Prc in cambio del denaro anticipato al giornale con il meccanismo della cessione di credito. Invano abbiamo chiesto che quel denaro fosse reinvestito nella ripresa di Liberazione».
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