Crollo del 14,3% per la pubblicità: ora è ai livelli 1991 Secondo i dati Nielsen diffusi ieri gli investimenti pubblicatri nel 2012 sono crollati del 14,3%, facendo scendere il totale misurato a quota 744 miliardi. La flessione è stata la peggiore degli ultimi venti anni, tant’è che si parla di un ritorno ai livelli del 1991. Si salva soltanto il web (+5,3%). I risultati dello scorso anno sono andati peggiorando costantemente: le perdite sono passate dal -7,2% del periodo gennaio-marzo al -21% dell’ultimo trimestre. Su gennaio 2013 non si prevede nulla di buono: il calo atteso è almeno del 20 per cento. pag.38 Dati Nielsen. Nel 2012 gli investimenti sono scesi del 14,3%, la flessione è stata la peggiore degli ultimi venti anni La pubblicità ai livelli del 1991 Si salva solo il web (+5,3%) – Previsto per gennaio un calo di almeno il 20% Il trend in calo Stima del mercato pubblicitario (dati netti 2012 in migliala di euro e var% sul 2011) Internet 664.505 Tv ÌQuotidianii Direct ii mail Periodici Cinema 3.917.531 i 1.117.604 i 419.829 Settori di investimento j mjgljori 37.861 O Turismo/viaggi+5,1 Farmaceutici/sanitari-3,1 Tempo libero-4,4 Oggetti personali-8,2 Informatica/fotografia-9,9 Raccolta totale: 7.442.038 (-14,3%) I peggiori ® Elettrodomestici-31,5 ® Enti/istituzioni -29,9 ® Giochi/art. scolastici -25,0 ® Moto/veicoli -23,5 ® Bevande/alcoolici -22,1 Fonte: Nielsen Andrea Biondi MILANO A vincere il Festival di Sanremo quell’anno fu Riccardo Cocciante; Bill Clinton stava per annunciare la sua candidatura a presidente degli Usa e solo a dicembre Michail Gorbaciov si sarebbe dimesso da presidente dell’Urss. Un altro mondo, ma secondo gli ultimi dati Nielsen sugli investimenti pubblicitari in Italia nel 2012, è come se al netto dell’inflazione si sia ripiombati a quei tempi, al 1991. Quello appena concluso per il mercato della pubblicità è stato l’anno peggiore degli ultimi 20, con un -14,3% che ha fatto IN DETERIORAMENTO I risultati dello scorso anno sono andati peggiorando e le perdite sono passate dal -7,2% di gennaio-marzo al-21% dell’ultimo trimestre scendere il totale misurato dalla Nielsen sotto gli 8 miliardi: precisamente 7,44. Si tratta del livello più basso dal 2003. E l’anno, che già era iniziato male, è poi finito peggio: dal -7,2% del i ° trimestre si è passati al -11,4% del secondo; -20,5% nel terzo e -21% nell’ultimo. «Lo stesso mercato – afferma Alberto Dal Sasso, di Nielsen – non si attendeva una discesa così repentina». Quel che è peggio è che per il futuro le indicazioni non volgono al bello. «Secondo un sentiment degli operatori precisa Dal Sasso – il mese di gennaio potrebbe concludersi con un calo a doppia cifra e davanti il numero due». Previsioni sull’anno non se ne azzardano, «ma ci vorrà tutto il 2013 – precisa Dal Sasso – e forse anche il 2014 per capire dove si andrà». Di certo, per la Nielsen «ci tro viamo dinanzi a un cambio strutturale e non congiunturale». Anche perché i minori investimenti del 2O12 hanno fatto il paio (una novità) con la flessione degli inserzionisti che, comunque, è stata inferiore al trend del mercato (-2,3%) e differenziata. È certamente positivo, infatti, il -0,4% relativo agli investitori della tv e il +20% del web. E se si considera che il numero di annunci complessivamente è cresciuto del 15,3% appare chiaro che la voglia di comunicare non è scemata, anzi. Ma si fanno i conti con le risorse al lumicino e il risultato, algebrico, sta nelle tensioni sui prezzi. Riguardo ai settori, solo quello del turismo-viaggi (si veda grafico in pagina) ha segnato un aumento. Quanto ai mezzi invece si è salvato solo Internet (+5,3%). Un aumento che non ha potuto cambiare il dato complessivo, anche perché quelli sul web rappresentano il 9% sugli investimenti totali (dal 15 al 18% considerando You tube e vari social network). Anche qui, tuttavia, si è accusato «qualche rallentamento nel corso dell’anno». Il comparto top spender su Internet si conferma la finanza/assicurazioni (16% di quota e -2,8% rispetto al 2011). La maggiore crescita si è registrata invece per l’alimentare (+64%) che però dedica al web solo Fi,9% dei suoi investimenti. Tutti gli altri media hanno perso quota. E per alcuni, considerando il lungo periodo, la situazione è molto diversa dal passato. La stampa (quotidiani e periodici) ha per esempio perso negli ultimi io anni 15 punti percentuali nella quota sul totale degli investimenti (dal 39,2 al 24,2%). La tv, tutto sommato, è risultata in tenuta (53,6%) mentre la radio ha guadagnato un punto e mezzo (dal 3,9 al 5,3%).
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