News su Facebook a pagamento. Il colosso social raggiunge un accordo con gli editori

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Facebook consentirà ai giornali di far pagare le notizie ai lettori. Lo aveva anticipato il Wall Street Journal qualche settimana fa, sia pure solo come possibilità. A Torino, alla Conferenza internazionale sul futuro del giornalismo, vi aveva fatto cenno Robert Thomson (ad di Newscorp), che aveva parlato di colloqui con Mark Zuckerberg per introdurre sul social network il meccanismo dell’abbonamento. Ora la conferma arriva direttamente da Facebook: «Abbiamo appena iniziato a discutere con diversi organi di informazione per trovare il modo di incoraggiare i modelli di ricavo basati sugli abbonamenti», dichiara Campbell Brown, responsabile degli accordi con gli editori. Il social network da due miliardi di iscritti si trova nella curiosa condizione di non essere un produttore di notizie, se non in minima parte, ma un formidabile mezzo di diffusione e amplificazione, che dalla sua popolarità ricava enormi guadagni pubblicitari. «Anche se Facebook non è un editore, siamo una parte importante dell’ecosistema delle news – ammettono a Menlo Park – quindi abbiamo la responsabilità di lavorare con questo ecosistema e renderlo migliore per tutti».
Nel dettaglio, Facebook non rivela i piani per gli abbonamenti, ma è molto probabile che il meccanismo si baserà sugli Instant Articles. Si tratta di un formato specifico che consente di ridurre il tempo di caricamento delle pagine su smartphone in modo da poterle leggere appena si tocca un link: è stato accolto favorevolmente dai membri del social network, un po’ meno da giornali e siti web, che dopo l’entusiasmo iniziale hanno cominciato a defilarsi. Per i guadagni scarsi, ma anche per la difficoltà di accedere ai preziosi dati degli utenti.
Facebook potrebbe consentire ai giornali di pubblicare gratuitamente un certo numero di notizie ogni mese nel formato Instant Articles, ma poi – superata una soglia che ciascuno può decidere liberamente – sarà necessario un abbonamento. I giornali potrebbero scorporare i contenuti vendendo ad esempio pacchetti relativi allo sport o alla moda o alle notizie locali, un po’ come fanno le tv via satellite. Si discuterà a lungo di modalità di pagamento e percentuali, ma anche stavolta quello che veramente conta sono i dati, non i soldi. E i dati della carta di credito dei lettori sono preziosissimi, specie per Facebook.

 

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