Dopo l’annuncio del patron Sulzberger di tagliare 70 posti di lavoro, il New York Times decide di rafforzare la sua presenza all’estero e di investire nel digitale
La crisi dei giornali da anni ha aggredito in maniera globale tutto il sistema editoriale non risparmiando nemmeno testate gloriose d’Oltreoceano come il New York Times. Emblematico il recente annuncio di Arthur Sulzberger, editore del giornale newyorkese, che per ottimizzare le risorse e virare verso nuove strategie di marketing ha dichiarato da un lato di voler defenestrare 70 collaboratori e, dall’altro, di destinare 50 milioni di dollari ad un nuovo progetto che punta sull’internalizzazione e più precisamente all’apertura di redazioni in Canada, Europa, Messico e Cina. Altra nota positiva, sottolineata da Sulzberger, è l’incremento dei lettori digitali, settore verso il quale intende attrezzarsi al meglio per aumentare il traffico e il numero di utenti.
Secondo gli ultimi rilevamenti, infatti, nel 1° trimestre del 2106 il New York Times ha registrato una perdita pari a 8,3 milioni di dollari: una cifra di tutto rispetto che paradossalmente equivale ad un segnale di ripresa se confrontata con il disavanzo dell’ultimo trimestre del 2015 quando la perdita fu di 14,3 milioni di dollari. Il contenimento dei primi 3 mesi di quest’anno è stato migliore anche rispetto alle negative previsioni degli esperti che, probabilmente, non avevano previsto il balzo in avanti del digitale, un dato molto positivo capace di arginare quello negativo del cartaceo. Un successo che Mark Thompson, ad della testata, non ha tardato a commentare precisando che l’ascesa dell’edizione on line è stata del 21% e che gli utilizzatori sono passati da 1,2 milioni agli attuali 1,4 milioni con la possibilità che, entro la fine del 2016, si arrivi a sfondare il muro di 1,5 milioni di lettori: un traguardo ambizioso ma alla portata di Thompson che ha sempre creduto nelle potenzialità del web.
Oltre che a quest’incremento, la ripresa del giornale è stata decretata anche dall’aumento delle consegne a domicilio e dal rincaro delle copie off line pari al 2,4% . Un’altra preoccupazione per Thompson è rappresentata dal calo del gettito legato all’advertising: sempre nel primo trimestre di quest’anno sia il cartaceo che il digitale hanno fatto registrare una diminuzione della raccolta pubblicitaria rispettivamente del -9% e del -1,3%. In merito a questo dato certamente non lusinghiero, l’ad del New York Times ha annunciato che la testata è già al lavoro per mettere a punto strumenti più innovativi volti a recuperare la fiducia degli investitori che preferiscono la copia tradizionale anche se, l’obiettivo principale è quello di attirare nuovi inserzionisti veicolando l’advertising con nuove modalità soprattutto sul mobile.
Non è un caso, infatti, che il giornale più letto nella Grande Mela sia stato il primo nel mondo a lanciare un app mobile basata sulla realtà virtuale consentendo ai suoi follower di leggere la notizia e contemporaneamente di vedere le immagini di quel luogo, condividendole anche sui social. Nei prossimi mesi vedremo se questo modo di concepire internet sempre più come una sorta di social network omnia comprensivo premierà la testata facendo aumentare ancora di più i 67.000 nuovi abbonati conquistati nel primo trimestre e soprattutto se il l’edizione digitale sarà capace di trainare anche la ripresa di quella cartacea.
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