Non ci fu né truffa né tentativo di ingannare il governo per ottenere i fondi, assolti con formula piena, perché il fatto non sussiste, gli editori di TvLuna Due.
La decisione arriva dopo una bagarre giudiziaria durate per tre anni. Tutto è cominciato nel 2016 quando la Guardia di Finanza, che contestava un’ipotesi di truffa ai danni del governo da parte di Pasquale Piccirillo e della moglie Pierangela Lucariello, sequestrarono la somma di due milioni e mezzo di euro all’editore e alla consorte. La questione era relativa al bando ministeriale a favore delle emittenti che, volontariamente, avevano deciso di abbandonare l’analogico per passare al sistema digitale di trasmissione. Tv Luna aveva creduto di approfittare dell’opportunità concessa dalle istituzioni e aveva partecipato al bando, ottenendo le somme che, dal governo furono inviate alla Regione.
Il busillis, però, ruotava attorno a un presunto problema sul documento della relazione al bilancio 2011 in quanto alcuni membri del collegio sindacale della società avevano disconosciuto le loro firme in calce al documento stesso. Ciò ha indotto la Guardia di Finanza a ipotizzare la presunta truffa. Però i legali hanno dimostrato che per accedere al bando non era richiesta quella documentazione parte del bilancio, facendo cadere ogni accusa.