“Per quasi tutti i problemi che ci troviamo ad affrontare oggi, la soluzione è data dalla scienza e dalla tecnologia”. Parole sante, che vengono dal Commissario UE Nellie Kroes, intervenuta all’International Conference on Research Infrastructures di Copenhagen. Per la Kroes, investire nel mercato ICT significa rendere più funzionale ed efficace la collaborazione su larga scala dei ricercatori di tutto il mondo. Con le nuove conoscenze nel campo della comunicazione, i tecnici ICT proveranno ad ordinare quella gigantesca massa di informazioni prodotte da aziende, governi e cittadini che prende il nome di “Big Data”.
Quindi i Big Data sono il prodotto degli spostamenti umani, delle condivisioni sui social networks e di qualsiasi tipo di interazione tra persone. Ma qual è la loro natura ? Il ricercatore Alexander Jaimes sostiene che i dati siamo noi, che usiamo dispositivi tecnologici per interagire con l’ambiente e le persone che ci circondano. In effetti la pratica del “computing” è presente in tutte le nostre azioni: . . Nel complesso sistema sociale in cui viviamo il volume di dati digitali prodotti si è ingrandito al punto tale da dare origine ad un insieme di informazioni che non possono essere archiviate ed esaminate con gli attuali software. La peculiarità dei big data non deriva tanto dal superamento di una certa dimensione digitale quanto dal superamento dei limiti della tecnologia disponibile, per cui con l’aumentare della capacità tecnologica si alza anche la soglia oltre la quale un insieme di dati diventa troppo grande per essere analizzato.
I Big Data possono essere usati in diversi settori dell’economia, per favorire l’innovazione, la produttività e la crescita. L’autorevole Studio McKinsey elenca diverso modi attraverso i quali l’analisi dei Big Data può influire sul lavoro di aziende e organizzazioni pubbliche. Innanzitutto la semplice disponibilità dei dati riduce tempi e costi di ricerca e, nel caso della Pubblica Amministrazione, è indice di trasparenza nei confronti del cittadino. Attraverso l’esaminazione di tutti i dati disponibili, un’azienda può raccogliere informazioni dettagliate sulla produzione e sul personale. . Diventano quindi possibili delle sperimentazioni, che permettono al management di innalzare il livello delle prestazioni. In più diventerebbe possibile in quasi tutti i campi l’integrazione tra le decisioni umane e quelle organizzate con processi automatici, una relazione che già sussiste in alcune operazioni (gestione dei riordini, concessione di crediti). Lo Studio, però, non manca di avvertire che senza un adeguato controllo umano, i big data rischierebbero di ritornare nel caos. Servono perciò migliaia di persone dotate di profonde capacità analitiche, per poter sfruttare appieno le sopradescritte potenzialità del coacervo di dati.
Nellie Kroes si appella alle autorità pubbliche, affinchè forniscano agli scienziati strumenti e risorse per realizzare esperimenti virtuali, atti a svelare le complicate connessioni tra i dati. Solo un’intensa collaborazione può portare alla formazione di un’infrastruttura digitale globale e, conseguentemente, alla decodificazione dei “grandi dati”.
Giuseppe Liucci
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