NEL REGNO UNITO I SITI LEGALI “PASSERANNO” CON IL VERDE

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È solo un progetto educativo ma che mira a diventare uno strumento di prevenzione contro la condivisione e l’acquisto illegale su internet di file protetti da copyright. La proposta avanzata dai vertici della Performing Rights Society (PRS) For Music, consisterebbe nel posizionare in rete tanti semafori virtuali che accompagneranno gli utenti durante la navigazione. Dei veri e propri segnali di prescrizione che l’organizzazione britannica, depositaria delle royalties di circa 10 milioni di brani musicali, con la complicità dei più importanti motori di ricerca, intende introdurre come supporto nella promozione del mercato digitale legale così come previsto dal Digital Economy Act (Dea).
Digitando il nome di un artista o di un brano musicale, l’internauta di turno si troverà proiettato come su di un’autostrada costellata da isole del diritto d’autore, vedendo illuminate ora con il rosso quelle ritenute insidiose ora con il verde quelle considerate regolari. L’utente verrà cioè guidato nella scelta consapevole dei portali web contrassegnati dai rispettivi bollini, presso cui effettuerà i propri acquisti, venendo informato in tempo reale sulla trasparenza o meno dell’operazione. La prossima mossa per PRS For Music dovrebbe presto puntare a coinvolgere anche i produttori di software anti-virus al fine di garantire una sorveglianza più efficace, attivando direttamente sul browser un’apposita finestra pop-up per segnalare l’eventuale assenza dei legittimi diritti di licenza sul sito visitato. Si tratterebbe, almeno per ora, solo di un sistema di avvertimento che non sancirebbe il conseguente blocco dei portali online considerati punti di appoggio della pirateria musicale. Una garanzia che verrebbe però in parte contraddetta dal recente accordo siglato dai vertici della International Federation of Phonographic Industry (IFPI) con quelli di PayPal, il servizio di pagamento per via telematica più diffuso nell’e-commerce, che sembrerebbe preannunciare ulteriori limitazioni ai movimenti verso quegli spazi online ritenuti illegali. Una sorta di patto d’acciaio che permetterebbe di bloccare alla radice i flussi di denaro verso i portali indicati dalla stessa industria fonografica ed in collaborazione con le forze di polizia di Londra, come in aperta violazione del diritto d’autore. Piattaforme localizzate spesso in paesi come la Russia o l’Ucraina e che mediante tali sistemi di pagamento lucrerebbero ingenti introiti di denaro dai rispettivi circuiti di vendita illegale. L’accordo risulta ancor più decisivo dato che Paypal risultava l’alternativa più inflazionata rispetto agli altri due giganti dei pagamenti online come Visa e Mastercard già impegnatisi con la IFPI nell’inibizione dei propri servizi per le attività di peer to peer e file sharing ritenute sospette. Sembrerebbe che il progetto avanzato dalla PRS For Music sia strettamente correlato a simili strumenti che vanno ben oltre il semplice scopo educativo.
Manuela Avino

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