È stata presentata ieri, in una conferenza stampa tenutasi a Viale Mazzini, l’Associazione per la radiofonia digitale in Italia. Nasce da una stretta collaborazione tra la Rai (attraverso la consociata Raiway, che gestisce gli impianti di trasmissione) e l’emittenza radiofonica locale e nazionale che si riconosce nelle sigle Aeranti-Corallo e Rna-Radio nazionali associate. La Rai, in qualità di servizio pubblico, ha scelto di non fare concorrenza ma di dare supporto alle altre emittenti, in particolare quelle locali, per lanciare e migliorare il servizio. L’obiettivo è di creare le basi per il decollo della tecnologia digitale. Il digitale può modificare radicalmente il modo di fare radio, garantendo all’utente qualità e maggiore diversificazione del prodotto. Il primo compito dell’Associazione è di fare da supporto al tavolo tecnico per la radiofonia digitale terrestre nato il mese scorso presso l’Agcom. Tavolo che ha l’obiettivo di disegnare un quadro normativo chiaro ed efficiente, a cominciare dalle regole per l’assegnazione delle frequenze, la nascita degli operatori di rete, e gli standard tecnologici. Servono regole aperte a tutti gli standard, in particolare il Dab+ e la Dmb visual radio, che consentono, ad elevati standard qualitativi, la diffusione di oltre venti canali su una sola frequenza e la possibilità di trasmettere anche immagini fisse. A differenza della tv digitale, le trasmissioni potranno essere effettuate su frequenze diverse da quelle usate dalle circa mille radio esistenti sul territorio nazionale. In questo modo il passaggio alla tecnologia digitale sarà libero, ogni azienda radiofonica sceglierà se, come e quando passare, senza il bisogno di uno “switch off”.
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