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MURDOCH TORNA ALLA SBARRA: «NON HO MAI CHIESTO FAVORI AI LEADER»

«Mai chiesto alcun favore ai premier britannici». Lo ha affermato Rupert Murdoch mercoledì 25 aprile davanti alla Commissione Leveson, incaricata di indagare sullo scandalo intercettazioni che la scorsa estate ha travolto News International, il contenitore delle società britanniche del magnate australiano dell’informazione.

L’attuale premier David Cameron ha però ammesso, nello stesso giorno alla Camera dei Comuni che «siamo stati tutti troppo intimi con Rupert Murdoch», riferendosi a se stesso, ma anche ai suoi predecessori. E il proprietario di News Corp non ha mancato di confermarlo, sostenendo che gli piace incontrare i leader. Alcuni più di altri. Promossi Margaret Thatcher e Tony Blair, mentre Gordon Brown è stato liquidato come uno ‘squilibrato’ perché affermò di voler dichiarare guerra a News Corp. Murdoch ha sostenuto che, comunque, sono più i politici a cercare lui che non il contrario. Come quando nell’agosto 2008 Cameron si fece portare sull’aereo del genero Matthew Freud, marito di Elizabeth Murdoch, a incontrarlo sullo yacht della figlia a Santorini. Rupert tornerà ancora alla sbarra giovedì. «Non credo nelle intercettazioni. Non credo nei detective privati. Afarvi ricorso sono giornalisti pigri che non fanno il loro lavoro», ha detto Murdoch rispondendo alle domande della commissione. Ha affermato, inoltre, che anche che le star della tv e del cinema e i politici non hanno diritto alla stesso livello di privacy dell’uomo della strada. «Se vogliamo una democrazia trasparente mettiamo tutto in piazza» ha detto.

Il tycoon dei media ha definito del tutto infondate le voci su una sua presunta delusione per la decisione del premier David Cameron di ordinare un’inchiesta sullo scandalo, che lo scorso luglio ha portato alla chiusura del News of the World. Qualche tempo fa il presidente di News Corp aveva criticato su Twitter i «vecchi ricconi e gente di destra che vogliono mantenere lo status quo del secolo scorso». Alcuni vi avevano letto un attacco al partito conservatore britannico. Murdoch ha tuttavia precisato che stava criticando estremisti da entrambi i lati della scena politica del Regno Unito. «Non prendete i miei tweet troppo sul serio» ha poi affermato, suscitando qualche risata nell’aula.
Nel frattempo Adam Smith, l’assistente del ministro della cultura Jeremy Hunt al centro delle e-mail con News International al tempo dell’affare BSkyB, si è dimesso dal suo incarico, dichiarando di ritenere che «le mie attività siano andate troppo oltre il mio mandato», ha dichiarato.
News International ha inviato decine di migliaia di email agli investigatori del dipartimento della Giustizia Usa al lavoro sullo scandalo delle intercettazioni dei suoi giornali. Le mail, circa 60 mila, sono state scambiate tra dipendenti del Sun e del defunto domenicale e News International le ha consegnate anche a Scotland Yard. Lo si legge nella deposizione scritta consegnata da Murdoch. Il miliardario, nel Regno Unito, possiede ancora The Sun, The Times e the Sunday Times.

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