Tutti contenti, o quasi, a Montecitorio, dove ieri si è deciso di fare dietrofront e di ritirare la delibera che limita l’attività dei fotografi interessati a riprendere
i lavori dell’Aula. Meglio un codice di autoregolamentazione,
già proposto dai fotoreporter
col placet dei sindacati: si firma un modulo
anti zoom e dal primo gennaio 2012 addio
agli scatti fatali. I rappresentanti dell’ordine dei
giornalisti, la federazione della
stampa e l’associazione stampa
parlamentare a seguito di un faccia
a faccia con il presidente della
Camera Gianfranco Fini, hanno deciso: scattare e diffondere foto di pizzini e
sms tra onorevoli sarà vietato, come sarà vietato riprendere tutte quelle situazioni
potenzialmente lesive della privacy.
Nel corso della riunione sarebbero
stati passati in rassegna alcuni
casi specifici: ok alla foto al deputato
che legge il giornale o guarda
il computer, ma non alla posta
elettronica eventualmente consultata;
così come è ammessa l’immagine
dell’appunto preso sul
proprio banco, ma non il contenuto
di un biglietto inviato da un deputato
ad un altro o ad un membro
del governo, che viene assimilato
alla corrispondenza, tutelata
dalla legge. Nessun limite, invece,
alla potenza degli zoom ma spetterà
agli stessi fotografi sanzionare i
colleghi in base alle regole di autodisciplina
che si sono dati.
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