“Antonello Soro, Garante per la protezione dei dati personali, propugna una modifica del Codice deontologico dei giornalisti che ha tre direttrici: proteggere politici e potenti, sterilizzare le intercettazioni, costringere i giornalisti all’autocensura eliminando le notizie di cronaca. Il Garante evidentemente ignora un passaggio essenziale di una moderna concezione del diritto di cronaca, da anni sostenuta nelle sue sentenze dalla Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo: sono i cittadini ad essere i titolari del diritto di cronaca, ai cronisti compete il dovere di informarli in modo corretto, completo e tempestivo, di essere cioè i ‘cani da guardia della democrazia'”. E’ quanto si legge in una nota dell’Unci (Unione Nazionale Cronisti Italiani) secondo cui “i ‘soliti noti’, secondo Soro, devono avere un doppio scudo: deve essere tutelata la ‘sfera privata’ di chi esercita funzioni pubbliche – cioè non solo politici e amministratori, ma anche manager di aziende pubbliche, sia dello Stato che delle amministrazioni locali: proprio lì dove la magistratura si è improvvisamente accorta che regna il malaffare – va vietata la pubblicazione di trascrizioni di telefonate: in questo caso il Garante fa una singolare inversione, è il Pm che ha l’obbligo di ‘pulire’ le trascrizioni, non il giornalista. Questo indirizzo sulle intercettazioni è ridicolo: se il cronista non può riprodurre il testo integrale è costretto a sunteggiarlo, in questo modo esponendosi a due immediate reazioni: la querela dell’interessato che dirà che il testo distorce le sue frasi, l’accusa di aver selezionato e sunteggiato solo quello che gli faceva comodo. Ecco la istigazione all’autocensura del garante: giornalisti è meglio se vi astenete dal disturbare troppo il manovratore”. (fonte: 9Colonne)