I giornalisti della Mondadori in sciopero, con l’azienda il confronto è al calor bianco. La decisione è stata ufficializzata dal comitato di redazione della casa editrice che ha lamentato anche la decisione del management di non voler concedere spazi all’assemblea dei giornalisti.
Sul tavolo, la questione spinosissima del passaggio di consegne di Panorama, da Mondadori a La Verità di Maurizio Belpietro. “Sono state gravemente lese le prerogative del sindacato attraverso il continuo ricorso a omissioni, mezze verità, trattative individuali secretate e informazioni sviante”.
Accuse durissime che non finiscono qui: “Da tempo abbiamo a che fare con un’azienda che usa sistematicamente l’arma del ricatto per attaccare diritti e retribuzioni e che ritiene che i giornalisti possano essere sostituiti con tecnici e collaboratori ‘abusivi’ precari e a basso costo”.
La rabbia dei giornalisti non è notizia di oggi: “Poco prima che iniziasse l’ennesimo stato di crisi, l’azienda si era impegnata, nonostante abbia chiuso il 2017 in utile, ad aprire con il Comitato di redazione un tavolo di confronto volto al contenimento dei costi, certamente non imputabili ai soli giornalisti. Quell’impegno non è stato mantenuto, mentre dobbiamo purtroppo registrare condizioni di lavoro sempre più precarie e i sacrifici pesantissimi imposti ai colleghi di Panorama oggi, così come a quelli di Tu Style e Confidenze nel recente passato. Ci chiediamo dunque quale credibilità possa ancora avere un interlocutore che si comporta in questo modo e non rispetta le più elementari norme della dialettica sindacale”.
Perciò la decisione di due giorni di sciopero, proclamati per il 30 e il 31 ottobre: “La decisione è stata presa al termine di un’assemblea che si è dovuta svolgere all’esterno della casa editrice, a causa del rifiuto intollerabile dell’azienda di concedere ai giornalisti uno spazio per discutere della vertenza di Panorama, del futuro dei periodici e del progressivo deterioramento delle relazioni sindacali”.