Mondadori cede Donna Moderna a Belpietro, i giornalisti infuriati proclamano sette giorni di sciopero. La decisione dell’azienda è stata duramente contestata dai dipendenti della storica testata di attualità e costume. Mondadori, oltre a Donna Moderna, ha ceduto al gruppo editoriale di Maurizio Belpietro, nell’ambito della stessa operazione, anche Casa Facile. Per sindacati e giornalisti si tratta di una scelta incomprensibile. Uno “spezzatino” che rischia di mettere a repentaglio i posti di lavoro.
Donna Moderna ceduta da Mondadori
Le critiche sono arrivate puntuali. In una nota, i giornalisti e le giornaliste di Donna Moderna. “Che hanno costruito uno dei maggiori successi giornalistici e commerciali fra i periodici italiani”. Hanno rivendicato di essere “sempre in prima linea sulle innovazioni organizzative ed editoriali del settore periodici Mondadori”. E hanno affermato. “Alla vigilia della vendita della testata non condividono le modalità con cui finora l’azienda ha risposto alle loro richieste sulle condizioni di uscita dal perimetro di Mondadori Media. E non approvano la scelta dell’editore di liberarsi in questo modo di testate storiche che hanno fatto la fortuna dell’azienda”.
“Sette giorni di sciopero”
La scelta è stata, per i giornalisti, inevitabile. “Per queste ragioni la redazione di Donna Moderna ha deciso di proclamare 7 giorni di sciopero. Dei quali uno effettuato il 30 novembre e un secondo è proclamato per il 1° dicembre”. Accanto ai giornalisti di Donna Moderna, i sindacalisti dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti. “Mondadori ha avviato le procedure sindacali per cedere Donna Moderna e CasaFacile a Maurizio Belpietro. Si tratta dell’ennesimo spezzatino. Che, ormai, ha ridotto ai minimi termini il mondo delle pubblicazioni di Segrate. Fino a pochi anni fa fiore all’occhiello dell’editoria periodica italiana”.
Alg: “Da Mondadori scelta incomprensibile”
Per l’Associazione Lombarda dei Giornalisti. “Questa operazione purtroppo attesta in maniera inequivocabile la volontà del gruppo che fa capo alla famiglia Berlusconi di abbandonare il mondo della stampa periodica. Una scelta incomprensibile. Verificheremo con i colleghi interessati dall’operazione di cessione quando accadrà nelle prossime settimane”. Per il sindacato, “i posti lavoro e le professionalità giornalistiche vanno tutti tutelati: quelli che saranno trasferiti, così come quelli che rimarranno a Segrate”.