“Siamo contrari alla configurazione attuale della Commissione sulla disinformazione, con seri ed inquietanti rischi che possa degenerare nell’orwelliano ministero della Verità”. Lo ha detto il capogruppo Fdi in commissione Cultura, deputato Federico Mollicone che ha aggiunto: “La Commissione avrebbe dovuto avere una presidenza di garanzia, attribuita all’opposizione, così come richiesto dal nostro testo base e anche da altri testi originari dei proponenti: i temi dell’informazione riguardano la libertà d’espressione, d’opinione e di stampa e, così impostata, ha subito una chiara deriva che può sfociare nell’autoritarismo. Riteniamo questo sia uno scandalo”.
Quindi Mollicone ha spiegato: “Siamo, comunque, soddisfatti che in sede emendativa sia stato approvata la necessità di garantire, nei limiti dei poteri della Commissione, che, nello svolgimento della propria attività, la Commissione sulla disinformazione ha obbligo di non interferenza con lo svolgimento delle consultazioni elettorali, evitando la lesione della par condicio. Questo emendamento permetterà lo svolgimento, senza interferenze, del periodo elettorale”.
Infine ha concluso: “Riteniamo favorevole l’accoglimento di un emendamento sul rispetto dell’Ordine dei Giornalisti come organismo giurisdizionale dell’attività professionale degli iscritti. Infine, insomma, abbiamo limitato il campo d’applicazione e i danni che poteva fare una Commissione che, di fatto, è il ministero della Verità orwelliano.”
John Elkann ha intenzione di vendere Repubblica. E con l’eventuale cessione del quotidiano, Gedi verrebbe…
I governi vanno ritenuti responsabili delle morti dei giornalisti: lo afferma l’Ifj, la Federazione internazionale…
Il Papa vuole che si cominci a fare la pace partendo dalla comunicazione, dall’informazione, dal…
Il comitato di redazione di Askanews “chiama” il sottosegretario Alberto Barachini. I giornalisti dell’agenzia di…
Anche i pubblicitari si oppongono alla web tax: Federpubblicità snocciola numeri, dati e cifre per…
La manovra non piace agli editori perché non c’è “niente per il libro”. E l’Aie…