Moles: “Indagine sulla pirateria svela dati allarmanti”

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Il sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles torna a tuonare contro la pirateria. E le sue drammatiche conseguenze sul settore dell’editoria ha ripreso il centro del dibattito anche della politica. I numeri svelati dall’inchiesta Ipsos hanno restituito un quadro inquietante sulla pirateria. Un italiano su cinque si rivolgerebbe ai “pirati” spesso e volentieri incontrati in rete e non ha la minima di idea di compiere un atto contrario alla legge. Situazione che è ulteriormente aggravata dal fatto che a far la parte del leone tra i “fruitori” della pirateria ci siano professionisti e studenti universitari.

Il sottosegretario Giuseppe Moles ha rilasciato una importante dichiarazione sulla pirateria dopo aver letto i dati dell’inchiesta. Per combattere la pirateria non bastano le pur sacrosante sanzioni ma ci vuole un lavoro culturale che coinvolga “tutti gli stakeholders colpiti dal fenomeno”. Moles ha spiegato: “La lotta contro l’utilizzo illecito online delle opere si può vincere solo con un approccio nuovo e integrato. Alla repressione vanno affiancate soluzioni innovative che promuovano l’offerta legale e un serio lavoro educativo da fare insieme, per rendere consapevoli le persone dei danni causati dalla pirateria e le ripercussioni di certi comportamenti”.

Dunque l’esponente del governo ha aggiunto. “Questa indagine è molto significativa. Presenta ancora una volta una grande preoccupazione, fotografa un fenomeno in crescita e dalle proporzioni allarmanti. Mi colpiscono in particolare le dimensioni per il mondo del libro. I prodotti frutto dell’ingegno sono un valore, vanno difesi e sostenuti”. Per Moles. “La strada della regolamentazione a livello europeo e nazionale è quella da seguire per intervenire in campo digitale, lasciato in passato a volte troppo aperto. Già si sono fatti passi avanti con la direttiva sul copyright, ma sono tutti interventi che vanno messi insieme nell’ambito di un progetto di lungo periodo, sennò sono solo degli spot che rischiano di essere superati il giorno dopo dalla costante evoluzione tecnologica”.

Sul tema è intervenuto anche il deputato leghista Massimiliano Capitanio che in una nota ha deplorato il fenomeno e ha affermato. “Oltre che criminale, la pirateria di libri a stampa, ebook e audiolibri è un fenomeno immorale e devastante. I dati sull’Italia emersi dalla seconda analisi commissionata dall’Associazione Italiana Editori (Aie) all’istituto di ricerca Ipsos e promossa dalla Fieg sono tanto chiari quanto allarmanti: 322mila illeciti al giorno, in crescita del 5% rispetto al 2019, 1,88 miliardi di perdita di fatturato per il sistema Paese e 322 milioni di mancato gettito fiscale”.

Capitanio ha concluso riferendo le drammatiche conseguenze del fenomeno. “Così, il mondo del libro viene privato di 771 milioni di euro di fatturato, pari al 31% del valore complessivo del mercato al netto di editoria scolastica ed export. Risultato: 5.400 posti di lavoro persi, che diventano 13.100 con l’indotto. Un’ulteriore conferma che occorrono nuovi strumenti di contrasto come la pdl in discussione nelle commissioni Tlc e Cultura della Camera, campagne di educazione civica e sanzioni esemplari”.

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