Un fondo straordinario per l’editoria e una commissione che studi il rilancio delle agenzie di stampa. Rimboccarsi le maniche per salvare l’editoria è (finalmente) il mantra di tutti e il sottosegretario Moles ha spiegato ieri le misure economiche a cui il governo sta pensando per aiutare l’informazione a uscire da una crisi che dura da (troppi) anni. Non c’è tempo da perdere, e ormai lo diciamo da troppo tempo. Eppure è così. Oggi, se possibile, la situazione è anche peggiore. L’informazione, già prostrata dall’impasse del settore, rischia di uscire malconcia dalla pandemia Covid. E di subire la mazzata finale dai costi che sono letteralmente impennati in questi mesi.
A cominciare da quello della carta che fa tremare non solo gli editori ma tutta l’economia. Senza, però, dimenticare nemmeno che i rincari sull’energia rischiano di aggravare i costi a cui sono esposte le aziende editoriali. Uno scenario feroce, quello sul quale si trovano a operare i piccoli e medi editori, le cooperative di giornalisti, le voci del territorio e delle minoranze. In ballo non c’è (solo) un pezzo dell’economia territoriale e nazionale. Ci sono i diritti costituzionali, in prima battuta quello del pluralismo dell’informazione. Valori veri che vanno assolutamente difesi per evitare che, un domani, sia un algoritmo a scegliere per noi cosa (e quando) leggere.
Sul fondo straordinario dell’editoria, il sottosegretario Moles ha fornito numeri e motivazioni che rappresentano le stelle polari dell’impegno del governo Draghi sul tema. “Il fondo straordinario di 90 milioni per quest’anno e 140 per il 2023 è importante, uno dei tasselli, come la soluzione Inpgi e come gli strumenti innovativi che potrà trovare la commissione tecnica sul sistema delle agenzie di stampa, per far sì che si che si realizzi il dovere del governo di accompagnare nel medio e lungo periodo il settore”. Dunque ha aggiunto. “Io credo che sia una grande occasione finalizzata a incentivare gli investimenti delle imprese anche di nuova costituzione, innovazione, transizione, nuove professionalità, ma anche nuova occupazione. Credo che sia un tesoretto che se tutti noi riusciremo a usare al meglio possa essere davvero l’occasione ultima, e magari la prima, di un nuovo percorso di questo sistema”.
Sul tema del fondo per l’editoria, la ripartenza sarà non solo economica e di dotazione. Ma, soprattutto, di cultura istituzionale, giuridica e politica. Uno studio che la presidenza del consiglio dei ministri ha presentato poche settimane fa, ha dimostrato senza ombra di dubbi quello che tutti gli addetti al settore sapevano ma che, alcune forze politiche, bellamente hanno mistificato a scopo di pronta cassa elettorale. Il sostegno all’editoria in Italia è, paragonato agli altri Paesi d’Europa e in proporzione, davvero misero. Roba da relegare l’Italia in fondo alle classifiche.
Una vergogna di per sé. Acuita dalla malafede di chi ha lucrato, politicamente, sbeffeggiando i giornali e tifando, apertamente, per la loro chiusura. Certe cose appartengono al passato. Eppure vanno ricordate e tenute a mente. Come chi invocava fantomatici “tribunali del popolo” per tenere sotto scacco i giornali. Oppure chi, rivestendo ruoli istituzionali, si vantava di “informarsi su Telegram”. Perché quanto accaduto sul finanziamento ai giornali rappresenta, plasticamente, i rischi di un’informazione assente, cosa succede quando le fake news, veicolate dal web, prendono piede modellando una sorta di pensiero unico. Insopportabile e retorico, oltre che falso.
Moles, inoltre, ha voluto anche spiegare quali sono gli obiettivi e le iniziative del governo in tema di agenzie di stampa. “Abbiamo mutuato l’esperienza positiva della commissione tecnica per Inpgi istituendo una commissione alla presidenza del Consiglio dei ministri su un altro tassello fondamentale della filiera dell’editoria italiana che è quello delle agenzie di stampa. La commissione avrà il compito, ascoltando tutti gli stakeholder del settore, nessuno escluso, di eviscerare le idee in modo da verificare gli strumenti più utili per sostenere e anche rilanciare il settore delle agenzie di stampa, senza danneggiare nessuno”. Si aprirà, dunque, un tavolo. Dal quale dovranno emergere strumenti utili a rilanciare questi preziosi presidi d’informazione.
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