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MODIFICA REGOLAMENTO R.O.C./ NUOVI ADEMPIMENTI PER GLI EDITORI

Sul sito dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (allegati alla delibera n. 666/08/CONS) sono stati pubblicati i nuovi modelli richiesti dalla delibera 283/11/CONS che ha modificato il regolamento per la tenuta del registro degli operatori della comunicazione. Il mese di luglio è un periodo “caldo” per le società editoriali che sono impegnate a chiudere i bilanci per potersi poi dedicare alla compilazione delle domande da presentare alla Presidenza del Consiglio per ottenere i contributi. Indispensabili per la vita delle imprese e assicurati dalla legge. Quest’anno il clima sarà ancora più caldo, bollente. L’ha deciso l’Agcom con la suddetta delibera pubblicata il 18 giugno. Alle società destinatarie dei contributi – e solo a queste ultime – vengono richieste una nuova ed enorme mole di adempimenti “supplementari” per la data del 31 luglio.
Gli adempimenti riguardano soprattutto gli assetti societari. A tal proposito bisogna specificare che, a oggi, molte imprese, come tutti gli altri operatori della comunicazione iscritti al Roc, hanno già adempiuto all’obbligo di comunicazione annuale, riferita agli assetti societari alla data di approvazione del bilancio. A seguito della delibera, dovranno duplicare la stessa, ma con riferimento ad un’altra data: il 31 dicembre. Inoltre, eventuali errori di comunicazione ricadranno interamente a carico delle imprese iscritte al Roc.
Se non con una forma di “accanimento”, non si spiega la ragione dell’ampiezza delle informazioni richieste e non si spiega come mai si sia deciso di anticiparne al 2011 gli effetti del D.p.r. n. 223 del 25 novembre 2010 al quale, peraltro, la delibera fa esplicito riferimento. Un decreto che sarebbe dovuto entrare in vigore non prima del 2012.
I contributi all’editoria vengono da sempre additati come spese a carico dello Stato e le imprese che li percepiscono come parassite – quasi come se facessero qualcosa di illecito-. E la reazione è quella di una maggiore e sempre crescente pressione – anche mediatica – verso un settore che, nonostante i tagli e la continua erosione di risorse continua ad assicurare lavoro, informazione e cultura. I conti in rosso dello Stato impongono economia per tutti i settori, ma quello che si dovrebbe cominciare a fare è individuare gli “sprechi”, quelli veri.

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