Riforma del diritto del lavoro “entro maggio 2012” con possibilità di licenziare per motivi economici nei contratti a tempo indeterminato e cinque miliardi di introiti previsti dalla dismissione di patrimonio pubblico, questi alcuni dei punti sottoposti al vaglio del vertice Ue in corso a Bruxelles.
Tutti in pensione a 67 anni dal 2026 sia uomini che donne. I requisiti per l’accesso alla pensione di anzianità, invece, sono già stati rivisti e aumenteranno fino ad arrivare a regime dal 2013.
Cinque miliardi di introiti l’anno per tre anni arriveranno poi dal piano di dismissione del patrimonio pubblico, che arriverà entro il 30 novembre. Entro maggio 2012 l’esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro. Sarà “funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell’impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato”. Prevederà “più stringenti condizioni nell’uso dei contratti para-subordinati dato che tali contratti sono spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato”. Sono previste inoltre condizioni più stringenti per questi contratti.
Quattro le direttrici su cui, si legge nella lettera, intende operare il Governo nei prossimi otto mesi. Entro due mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori. Entro quattro mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese.
Entro sei mesi l’adozione di misure che favoriscano l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia. Entro otto mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione.
Nei prossimi quattro mesi è, a ogni modo, prioritario aggredire con decisione il dualismo Nord-Sud che storicamente caratterizza e penalizza l’economia italiana. Tale divario si estrinseca in un livello del Pil del Centro-Nord Italia che eguaglia il livello delle migliori realtà europee, e quello del Mezzogiorno, che è collocato in fondo alla graduatoria europea.
Entro il primo trimestre del 2012 saranno poi rafforzati gli strumenti dell’Antitrust soprattutto per evitare contrasti con la legislazione a livello locale.
La «lettera articolata e complessa» per il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani rappresenta «una risposta alle attese dell’Unione Europea». Secondo il ministro, si trattava di ribadire che «abbiamo i fondamentali solidi e che confermiamo quello che tutti sanno: il debito lo abbiamo ereditato dal passato, ma non ci sentiamo gli ultimi in Europa».
Massimo De Bellis
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