“Le grandi opere si progettano con concorsi internazionali. La guida della Rai non è una grande opera culturale? E il progetto editoriale meriterebbe un concorso aperto, pubblico, trasparente”. A proporre un Dg per concorso in Rai è Giovanni Minoli che in un’intervista a Repubblica lancia alcune proposte per cambiare l’azienda. Intanto, spiega, includere il canone Rai nella bolletta della luce, in modo da trovare “i 400 milioni di euro che oggi sono evasi per fare a meno della pubblicità”, poi i tg lasciati ai partiti, tanto “nel mondo nuovo dei canali all news conterà sempre di meno”. “Puoi anche far condurre a Michele Santoro il telegiornale – dice Minoli – Sapendo che l’identità nazionale la costruisci e la narri non solo attraverso le notizie”, ma “anche nei sabato sera”. La prima a candidarsi nell’ipotetico concorso per dg, prosegue il dirigente Rai, dovrebbe essere la stessa Lorenza Lei, che “ha il diritto di dire cosa farebbe e come se non la si obbligasse a convivere con nove amministratori delegati”. “Anziché sbattere il muso contro la legge Gasparri – aggiunge – correggerei e perfezionerei singole norme della legge”, “aumenterei il potere di decisione e il budget in carico esclusivo al direttore generale”. Senza la preoccupazione di pubblicità e share, inoltre, si ha modo secondo Minoli di sperimentare e di “promuovere in prima serata nuovi talenti”.
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