Ministri della Cultura di quattro Paesi europei inviano una dichiarazione congiunta alla Commissione Europea con la richiesta di “proporre senza indugio un’evoluzione nella legislazione europea, per consentire aliquote Iva ridotte per tutti i libri, siano essi a stampa o digitali”. Una richiesta, quella fatta all’Unione Europea, che vuole dunque superare quella che da più parti viene vista come una discriminazione fiscale ingiustificata nei confronti degli ebook. La nota rilasciata dai ministri continua affermando che, “quale che sia la sua forma, digitale o stampata, è il contenuto che definisce il libro, non il modo in cui il lettore ne ha accesso”. Insomma, prendendo spunto anche dalla campagna virale di successo di fine 2014 (che ora ha anche una sua omologa francese), un libro è un libro a prescindere dalla forma.
L’appello dei ministri della Cultura
I ministri Franceschini, Pellerin (Francia), Grutters (Germania), Omilanowska (Polonia) si dicono convinti della necessità che venga applicata la stessa aliquota Iva ridotta per i libri stampati su carta e quelli digitali. Secondo i ministri, “in un momento in cui la Commissione Europea sta per svelare la strategia per un mercato unico digitale, l’Europa deve contare sulle risorse digitali per promuovere un più ampio accesso alla conoscenza, alla cultura e alla promozione della diversità culturale. Attraverso l’inclusione di questa evoluzione nella Strategia europea – concludono – da noi fortemente sostenuta e difesa, si porrà fine alla discriminazione ingiustificata nei confronti degli ebook”.
Una strada non semplice
In realtà Francia e Lussemburgo hanno ridotto l’Iva sugli ebook già nel 2012. In Francia l’aliquota era del 5,5%, mentre in Lussemburgo del 3%. In Italia, dal 1° gennaio di quest’anno l’Iva è scesa al 4%.
La Corte di giustizia Ue lo scorso 5 marzo (clicca qui per leggere la sentenza) ha bocciato l’Iva agevolata per gli ebook. La situazione più grave, secondo la Corte, era quella del Lussemburgo (clicca qui per approfondire), ma anche il caso francese è stato ripreso dall’Ue (clicca qui). La Corte ha studiato la possibilità di considerare l’ebook come un bene più che un servizio, ma “ha scartato questo argomento” in quanto “solo il supporto fisico che consente la lettura di un ebook può essere considerato come un bene, ma questo supporto fisico è assente nelle forniture di libri elettronici”. Resta ora da vedere se l’Unione Europea deciderà o meno di ritornare sui propri passi.
John Elkann ha intenzione di vendere Repubblica. E con l’eventuale cessione del quotidiano, Gedi verrebbe…
I governi vanno ritenuti responsabili delle morti dei giornalisti: lo afferma l’Ifj, la Federazione internazionale…
Il Papa vuole che si cominci a fare la pace partendo dalla comunicazione, dall’informazione, dal…
Il comitato di redazione di Askanews “chiama” il sottosegretario Alberto Barachini. I giornalisti dell’agenzia di…
Anche i pubblicitari si oppongono alla web tax: Federpubblicità snocciola numeri, dati e cifre per…
La manovra non piace agli editori perché non c’è “niente per il libro”. E l’Aie…