Rai, la Vigilanza ratifica la nomina di Monica Maggioni

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29 voti su 40, frutto della convergenza tra Pd e Fi, sono bastati per ratificare la nomina di Monica Maggioni alla presidenza della Rai. Oggi il primo Cda con l’attesa “investitura” di Antonio Campo Dall’Orto per la poltrona di direttore generale

La Commissione di Vigilanza ha ratificato la nomina di Monica Maggioni a presidente della Rai. La giornalista ha ottenuto 29 voti su 40, frutto della convergenza tra Pd e Forza Italia. Soddisfatto Matteo Renzi: “Trovo che sia un fatto positivo che in un consiglio di amministrazione ci sia un dipendente dell’azienda. Abbiamo messo insieme un Cda di professionisti della comunicazione”. Il Movimento 5 Stelle e Sel hanno preferito astenersi. L’anno scorso il M5S ha criticato la sua partecipazione al gruppo Bilderberg. Per i pentastellati l’azione è stata “inopportuna” e “suscettibile di condizionare l’esercizio libero, critico ed autonomo dell’attività giornalistica”. La minoranza Pd ha votato per la Maggioni, sottolineando di voler sfidare il Governo alla luce del sole. Fi ha rivendicato, per bocca di Maurizio Gasparri, la propria centralità nella votazione: “Per eleggere il presidente occorrevano 27 voti in Vigilanza. La presidente Maggioni, che abbiamo sostenuto con stima sincera, ha avuto 29 voti, due più del quorum. I parlamentari di FI presenti e che hanno votato a favore della Maggioni sono stati ben più di due. Siamo stati quindi decisivi nella scelta e nella votazione del presidente, dando un senso pieno alla quarta applicazione della legge Gasparri».
Oggi pomeriggio Antonio Campo Dall’Orto sarà nominato per la poltrona di direttore generale. . Il manager è molto vicino al premier Matteo Renzi e risponde ai requisiti indicati dalla riforma della tv pubblica. Con la nuova governance l’amministratore delegato sostituirà la figura del direttore generale. L’ad Nominerà direttamente direttori e dirigenti di seconda fascia con il parere non vincolante dal Cda. L’eccezione è rappresentata dalla nomina dei direttori di testata, per la quale non dovrà esserci l’opposizione di due terzi del consiglio. L’amministratore avrà massima autonomia sulla gestione economica, potendo firmare contratti fino a 10 milioni. La riforma dovrebbe diventare legge ad ottobre.

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