Domenico Porpiglia è stato nominato Commendatore dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Settantasei anni, giornalista professionista da 54, oggi direttore di Gente d’Italia. Porpiglia ha iniziato da “abusivo” al Corriere dello sport nel 1965. Poi ha lavorato al Corriere di Napoli e Sport Sud. Dal 1967 al 1972 è stato inviato in Canada e negli Usa, per il Corriere della sera e Corriere Informazione. Richiamato da Orazio Mazzoni a Il Mattino, dopo una lunga parentesi come capo della cronaca giudiziaria è tornato a fare l’inviato speciale. Ma la svolta è arrivata nel 1999 quando ha fondato Gente d’Italia, quotidiano con la missione di informare gli italiani nel mondo. Vive tra Miami e Montevideo, capitale dell’Uruguay. Ha formato generazioni di giornalisti ai dettami della vecchia (e intramontabile) scuola: quella delle suole delle scarpe da consumare.
Domenico Porpiglia è stato insignito del riconoscimento dell’Ordine al merito della Repubblica ed è stato fregiato del titolo di Commendatore. La notizia nelle scorse ore s’è subito diffusa riscuotendo grande soddisfazione tra gli amici e tra i tantissimi lettori che in tutto il mondo seguono lui e il suo giornale. Un punto di riferimento autentico per gli italiani all’estero. Che non teme di “sporcarsi le mani”, di raccontare la realtà. E, se del caso, di approcciarsi a battaglie anche dure. Come, ad esempio, l’ultima (ma solo in senso cronologico). E relativa alla “sparizione” del calcio per gli italiani all’estero con la chiusura incomprensibile della trasmissione Rai La Giostra del Gol. Un’autentica istituzione che non è (solo) divertimento ma un filo di collegamento che unisce gli italiani alla madrepatria, in ogni parte del mondo essi vivano.
Già qualche anno fa, il presidente Mattarella aveva premiato il quotidiano Gente d’Italia. Lo aveva fatto nel 2017, durante una visita ufficiale a Montevideo. Lì aveva consegnato al direttore Porpiglia un premio “alla carriera e all’intrapresa” di un grande italiano. In quell’occasione, il Capo dello Stato aveva affermato: “Sono lietissimo di consegnare questo simbolo per ringraziare del grande contributo che la testata fornisce al rapporto affettivo, culturale di conoscenza economica di collegamento con l’Italia. E’ un lavoro, un’opera di grande importanza per due ragioni. Primo perché la stampa è un elemento fondamentale della libertà, della democrazia e chi collabora a un giornale reca a tutta la collettività un grande contributo che rassicura, che garantisce la circolazione delle idee, la conoscenza degli avvenimenti, consente che si svolga un giudizio e quindi il sostegno la libertà e la democrazia. E in secondo luogo perché questo lavoro viene svolto per tenere il collegamento intensamente alto con l’Italia. Di questo ringrazio molto il direttore e tutto il corpo redazionale che vi lavora. Grazie molto per quello che fate. Auguri.”
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