È in corso alla Camera la votazione finale sul dl milleproroghe. Intanto, il Governo è stato battuto su un ordine del giorno presentato dalla Lega, sul quale aveva espresso parere contrario. L’ordine del giorno torna sulla questione del pagamento del canone Rai per gli apparecchi diversi dalla televisione. La legge sul canone Rai (regio decreto 246 del 1938) prevede, ancora oggi, il pagamento del canone a chiunque sia in possesso di apparecchi «atti o adattabili» alla ricezione delle radiotrasmissioni. Oggi, però, sono moltissimi gli apparecchi elettronici che potrebbero rientrare in questa categoria. Per questo i deputati della Lega hanno chiesto al Ministro dello sviluppo economico di stilare un elenco degli apparecchi «atti o adattabili» individuando, inoltre, la tipologia dei soggetti tenuti al pagamento del canone di abbonamento radiotelevisivo speciale.
La Camera,
premesso che:
la legge sul canone Rai (regio decreto 246 del 1938) prevede ancora oggi il pagamento del canone a chiunque sia in possesso di apparecchi «atti o adattabili» alla ricezione delle radiotrasmissioni;
la Corte costituzionale nel 2002 ha riconosciuto al canone Rai la natura sostanziale di imposta per cui la legittimità dell’imposizione è fondata sul presupposto della capacità contributiva e non sulla possibilità dell’utente di usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo al cui finanziamento il canone è destinato;
oltre al televisore, sono ormai moltissimi gli apparecchi elettronici che potrebbero rientrare nella indeterminata categoria degli «atti o adattabili» soggetti al canone: videoregistratore, registratore dvd, computer (con o senza scheda Tv e/o connessione Internet), videofonino, cellulari di nuova generazione, iPod e apparecchi mp3-mp4 provvisti di schermo, monitor a sé stante (senza computer annesso), monitor del citofono, modem, decoder, videocamera, macchina fotografica digitale, etc.;
la RAI, Radiotelevisione italiana Spa, anche come conseguenza dell’entrata in vigore dell’articolo 17 del decreto legge 6 201, laddove prevede che «le imprese e le società (…), nella dicembre 2011, n. relativa dichiarazione dei redditi, devono indicare il numero di abbonamento speciale alla radio o alla televisione e la categoria di appartenenza (…), ai fini della verifica del pagamento del canone di abbonamento radiotelevisivo speciale», sta conducendo una massiccia campagna nei confronti delle imprese, ricordando che le disposizioni normative in essere impongono l’obbligo del pagamento di un abbonamento speciale a chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive al di fuori dell’ambito familiare inviando, altresì, missive di richiesta del relativo pagamento;
per quanto riguarda l’individuazione della tipologia di apparecchi che determinano l’obbligo del pagamento del canone RAI, l’Agenzia 954-38963, ha avuto modo di delle Entrate, con nota del 15 marzo 2008, prot. n. affermare che «spetta al Ministero delle comunicazioni procedere a tale individuazione», ed in effetti l’Agenzia ha poi proceduto a chiedere al predetto Ministero di fornire precisazioni riguardo la problematica,
impegna il Governo
ed in particolare il Ministro dello sviluppo economico a valutare l’opportunità di stilare entro 180 giorni dall’entrata in vigore dell’articolo 201, convertito in legge, con 17 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 214, un elenco degli apparecchi modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. «atti o adattabili» individuando, inoltre, la tipologia dei soggetti tenuti al pagamento del canone di abbonamento radiotelevisivo speciale onde evitare un comportamento illegittimo della concessionaria del servizio pubblico, la quale sta già chiedendo il pagamento del canone speciale anche per personal computer collegati in rete.
9/4865-B/39 Caparini, Fava, Crosio, Comaroli, Negro, Munerato, Rainieri, Lanzarin, Fugatti, Fedriga, Stucchi, Volpi, Pini, Consiglio.
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