«L’andata a regime di tagli insopportabili all’editoria rappresenta una vera e propria pietra tombale. Lo abbiamo con tutte le forme possibili denunciato e avevamo purtroppo ragione». E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, nel criticare l’esclusione dal decreto milleproroghe dei fondi all’editoria.
Per il sindacalista «così si certifica la chiusura, già iniziata, di tante aziende editoriali e si dà un colpo durissimo, insopportabile, all’occupazione e alla libertà di informazione. Le conseguenze sono il tracollo di un settore che fattura 500 milioni di euro, migliaia di lavoratori licenziati, in mobilità o in Cig sia nelle testate che nell’indotto (produzione carta, grafica, distribuzione)». «Si riveda questa decisione nel milleproroghe – conclude Fammoni – o il Governo, che non può lavarsene le mani, annunci un immediato decreto che dia la possibilità alle tante realtà editoriali di non chiudere».