Microsoft va in controtendenza rispetto agli altri colossi informatici. Diversamente da quanto deciso da altre rivali, il colosso di Redmond conserverà i dati personali dei suoi clienti non americani in server fuori dai confini degli Stati Uniti. Come riporta il Financial Times, la società ha dunque deciso di assecondare le richieste delle associazioni per la tutela della privacy, secondo cui i dati devono essere conservati nei Paesi di residenza degli utenti.
La decisione è stata presa sulla scia del Datagate, lo scandalo sulle intercettazioni svelato da Edward Snowden: era emerso che il Governo americano ha in passato tenuto sotto controllo dati di utenti brasiliani ed europei di Microsoft.
“I nostri utenti devono sapere se i dati personali sono soggetti alle leggi e al controllo di altri stati e devono potere fare una scelta consapevole sapendo dove risiedono le loro informazioni”, ha detto Brad Smith, numero uno dell’ufficio legale della società.
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