I giornalisti di Metro chiedono chiarezza all’editore Farina che, in una nota a Primaonline, accetta le proposte dell’assemblea dei redattori. Tutto è cominciato nei giorni scorsi quando, con una nota, i dipendenti e i lavoratori della testata avevano lamentato di essere stati messi “a riposo” proprio durante la fase più critica dell’epidemia da coronavirus e di aver udito di trattative economiche per la cessione della testata a un possibile compratore del quale si ignorava tutto. “ L’editore Mario Farina ha sospeso le pubblicazioni di Metro durante il periodo dell’epidemia Covid-19 e ritenuto che i giornalisti non dovessero lavorare nemmeno sul sito, per “mancanza di ricavi”, privando così la pubblica opinione, nel mezzo di un’emergenza pandemica senza precedenti, della voce di una testata ormai storica e affermata a livello nazionale, malgrado il governo abbia più volte riconosciuto l’importanza dell’informazione tantopiù in questo frangente. A nulla sono valse le richieste di lavorare in smart working così come previsto da diversi decreti ministeriali”.
Ma non è tutto: “Dopo una lunga ed estenuante trattativa, la redazione – che da anni è già gravata dal ricorso agli ammortizzatori sociali – è stata invece messa in cassa integrazione. A poche ore dalla conclusione della trattativa, è arrivata la comunicazione di aver ceduto l’intera partecipazione sociale a un altro proprietario di cui nulla si sa se non che non ha nulla a che fare con il mondo editoriale dei quotidiani”. I dubbi dei giornalisti: “Non è nota l’esperienza, non le intenzioni e i progetti; nemmeno, e soprattutto, se abbia la stabilità e la forza necessarie a garantire la prosecuzione di una storia importante quale è quella di Metro. Torna inevitabilmente alla mente il precedente di DNews, un altro quotidiano gratuito sempre di proprietà dell’editore Mario Farina, che lo cedette ad un soggetto che si rivelò inadeguato destinandolo ad una veloce chiusura”.
Da parte sua, Farina ha aperto ai giornalisti: ““Sono assolutamente favorevole non solo ad accogliere ma anche ad agevolare la proposta fatta dal Cdr di costituire una cooperativa per fare una controfferta a patto che sia solida e concreta e a parità di condizioni nei tempi limitati previsti dalla legge”.
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