Scatena ancora reazioni il flop delle trattative tra Meta e Siae, ora parla Barachini. È passata una settimana ma di schiarite, all’orizzonte, non se ne vedono. Menlo Park pare decisa ad andare fino in fondo. Così anche gli artisti italiani. C’è chi immagina che Facebook, in Italia, stia avviando una fase nuova nella gestione dei diritti. E che il pugno duro sia collegato anche, se non soprattutto, alla vicenda della direttiva Copyright che potrebbe costringere le major digitali a sborsare soldi per i contenuti editoriali che sfruttano sulle loro piattaforme. Il braccio di ferro è legato anche alla natura stessa di queste piattaforme. Secondo le istituzioni, Google e Facebook sono assimilabili agli editori, se non editori tout court. Una ricostruzione che gli Over the top, strumentalmente, rispediscono al mittente.
Intanto, sul caso Meta-Siae arrivano le parole del sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, con delega all’editoria Alberto Barachini. Secondo cui: “Il mancato accordo tra Meta e Siae sullo sfruttamento dei brani musicali sui social è un segnale preoccupante e non penalizza solo la Siae ma anche la stessa Meta”. Barachini ha aggiunto: “Spero che lo stallo venga superato e si trovi un accordo equo. Tuttavia, questo episodio è suscettibile di configurarsi come un’ulteriore possibile macchia nella corporate reputation: l’immagine delle piattaforme social svuotate dei prodotti del lavoro creativo e intellettuale umano a causa di un mancato accordo economico non è edificante”.
Il sottosegretario Barachini ha ricordato: “È già successo in passato, per esempio in Australia dove c’è stato un braccio di ferro tra Meta e il Governo per la remunerazione delle news su Facebook, ricorda l’esponente dell’esecutivo, formulando l’auspicio che la società statunitense non si stia adoperando per trovare possibili modi per eludere l’applicazione del recente regolamento sull’equo compenso relativo ai contenuti di carattere giornalistico”. Dunque ha puntualizzato: “Mi riferisco, in particolare all’utilizzo dei meri collegamenti ipertestuali, che sarebbero esclusi dalla normativa”.
Il caso Meta-Siae, per Barachini, è decisivo per i prossimi anni. Il paradigma della contrattazione, in effetti: “Sono impegnato in prima linea nella difesa del settore editoriale e – rimarca Barachini – ritengo che i contenuti editoriali di qualità meritino di essere valorizzati dagli investimenti pubblicitari e possano essere appetibili per gli inserzionisti”.