E’ scontro aperto, a mezzo stampa, tra i giornalisti de Il Messaggero e l’azienda. È arrivata ieri in edicola, infatti, la nuova puntata della querelle tra la redazione della testata romana guidata da Roberto Napoletano e la casa editrice del quotidiano. Due soggetti che condividono le stanze dello stesso palazzo in via del Tritone, ma che si parlano ormai a distanza (dalle colonne dello stesso quotidiano capitolino). A pagina 12, infatti, un comunicato del comitato di redazione (cdr, la rappresentanza sindacale dei giornalisti) ha allertato i lettori che «nei prossimi giorni Il Messaggero potrebbe non essere in edicola o apparire incompleto nei suoi servizi». Sempre da ieri, poi, fino a data da definirsi, i giornalisti de Il Messaggero rispetteranno alla lettera il contratto nazionale di categoria. Si asterranno, tra l’altro, dallo svolgere tutte le mansioni che non attengono prettamente al loro ruolo di redattori, ma sono per esempio compiti tipici di tipografi o grafici.
Il motivo? Il mancato accordo con la casa editrice per la proroga di normali accordi in scadenza (terminati alla fine del 2007) che, sempre secondo il comunicato del cdr, dovrebbero avere un rinnovo automatico alcuni dei quali risalgono addirittura al 1986.
Il lettore non deve faticare, però, per scoprire la posizione di risposta dell’azienda che, giusto nel colonnino a fianco di quello occupato dai giornalisti, dice la sua. «È necessario precisare», sottolinea il comunicato della casa editrice, «che i citati accordi» sono elementi aggiuntivi e integrativi della retribuzione, per legge legati a specifici recuperi di produttività su aree concordate, e comunque di interesse dell’azienda». E ancora: «È proprio su questi punti, su cui si chiedeva ai giornalisti una semplice disponibilità, e non una «cambiale in bianco» come falsamente riportato, che c’è stata chiusura proprio da parte di chi si presenta come vittima di una scorrettezza aziendale».
La materia del contendere riguarda, in particolare, l’aggiornamento professionale, la copertura economica dei corsi di lingua all’estero, i periodi sabbatici, i termini temporali per il recupero della settimana corta e ancora lo smaltimento delle ferie. Su questi punti, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sarebbe stata già trovata un’intesa al termine di altri cinque incontri tra il cdr e l’azienda. Tutto saltato dopo che l’editore ha chiesto ai giornalisti di accettare, all’interno dello stesso pacchetto di trattative e con disponibilità immediata, anche le mansioni del «taglio foto» e di «pagebook elettronici» per impaginare. La redazione si sarebbe dichiarata pronta a discuterne, ma solo dopo aver definito nel dettaglio le caratteristiche di queste ultime due mansioni e, soprattutto, dopo la firma dell’accordo nazionale in via di definizione con la categoria dei tipografi.