L’imminente chiusura del Corriere Mercantile di Genova spinge Roberto Calari, presidente di Mediacoop, a chiedere al Governo un intervento “con urgenza a conferma degli impegni assunti per la tutela del pluralismo dell’informazione”. Incontro domani tra File, Fisc e Aci Comunicazione con il Governo: Servono risposte chiare
Eloquente nella sua semplicità, lo scorso 13 luglio il titolo della prima pagina della Gazzetta del Lunedì del Corriere Mercantile di Genova, senza articoli, senza fotografie, senza firme era semplicemente questo: “Così muore un giornale”.
E così parliamo ancora di crisi per l’editoria cooperativa: qualora non ci fossero interventi del Governo nell’immediato il Corriere Mercantile sarà costretto ad alzare bandiera bianca.
“Siamo reduci, come Associazione Mediacoop, da decine di discussioni, confronti istituzionali, conferenze stampa, audizioni, convegni, Assemblee nelle quali si è più volte, autorevolmente ribadito da parte del Governo che la tutela e la promozione del ‘pluralismo dell’informazione’ è stata e rimarrà elemento fondamentale di qualsiasi percorso di Riforma della Filiera editoriale. Un’affermazione in primo luogo politica, di grande importanza che richiede di essere inverata”. Questo il commento che Roberto Calari, presidente di Mediacoop, ha affidato ad un articolo sul sito web dell’associazione delle cooperative giornalistiche, editoriali e della comunicazione.
Calari ricorda come il Governo si fosse impegnato (clicca qui per approfondire) “ad intervenire in tempo utile, almeno entro il 30 giugno 2015, consapevole delle conseguenze molto serie che il taglio profondo e inaspettato, avvenuto ex post, del finanziamento pubblico ai giornali per il 2013 (non certo preventivabile in un normale Piano aziendale), aveva già prodotto sulle cooperative e sulle altre realtà non profit”. Un impegno in tal senso era stato preso durante la prima riunione del Tavolo per l’editoria, quando era stato dato il via anche ai lavori per la Riforma del settore. “Ma, ad oggi, siamo di fronte ancora alla mancanza di atti e strumenti normativi che possano dare certezza definitiva di risorse”, spiega ancora il presidente di Mediacoop.
E’ praticamente impossibile, senza queste scelte, riuscire a dare vita a progetti nuovi, innovativi e che riescano a creare sviluppo per quel che riguarda i giornali locali, che restano sempre, però, una parte imprescindibile “di un racconto plurale dei territori. Partiamo, sia chiaro, dalla convinzione profonda, ribadita insieme a tante altre associazioni nella campagna menogiornalimenoliberi, che il sostegno pubblico a cooperative di giornalisti ed altre realtà non profit sia un dovere Costituzionale per l’Italia e un indirizzo fondamentale per l’Europa” racconta ancora Roberto Calari. Potrebbe davvero essere solo il mercato a regolare un settore cosi rilevante per la democrazia e per la crescita civile di un Paese? O in questo modo si correrebbe il serio rischio di lasciare il comparto in mano a pochi, per un’informazione parziale?
Un aiuto serve, eccome, ma gli stessi editori vogliono essere meritevoli del contributo. Perciò insieme alla richiesta di salvataggio del fondo per l’editoria auspicano controlli rigorosi, trasparenti e puntuali per chi riceve i contributi “per il pieno rispetto di una norma che , comunque, già oggi, dopo le modifiche del 2012, è dotata di una maggiore strumentazione che va in questa direzione.
Venerdi 17 luglio l’Alleanza delle Cooperative Comunicazione, File, Fisc ed altre Associazioni incontreranno i rappresentanti del Governo presso il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria: ci aspettiamo in quella sede risposte chiare e non più rinviabili”, prosegue il presidente di Mediacoop.
“Auspichiamo non manchi una traccia di Documento che indichi un percorso di Riforma e che individui la costituzione di un Fondo per il pluralismo e la libertà dell’Informazione, già annunciato dal sottosegretario Lotti; che affermi la logica strategica e pluriennale di un progetto di Riforma che deve riguardare, oltre alla carta stampata, anche i giornali online, le radio e le tv locali, il sistema della distribuzione, le edicole, le Agenzie di Stampa… e che, auspicabilmente, si esprima anche in merito alla Riforma del Servizio Pubblico e alle modifiche del canone Rai ed alla destinazione delle risorse che ne deriveranno, ai necessari tetti di raccolta pubblicitaria nei diversi media…”
Ma tante altre sono le questioni individuate in queste settimane e che si tenterà di affrontare “con grande apertura e lealtà per recuperare il tempo perduto e per riacquistare credibilità e posizioni nel contesto europeo per quanto concerne il pluralismo e la libertà dell’informazione”, conclude Roberto Calari.
Sul fronte del Corriere Mercantile è da segnalare che ieri (14 luglio) il Consiglio regionale della Liguria ha approvato all’unanimità un ordine dl giorno, prima firmataria Raffaella Paita del Pd, che impegna la giunta ad attivarsi anche presso il Governo “affinché sulla vicenda della chiusura del Corriere Mercantile non cali il silenzio e a impegnarsi affinché la richiesta di aiuto del direttore Angeli trovi nella politica ascolto e risposte concrete che permettano di continuare la storia di un libero giornale che rappresenta un caposaldo della libera stampa genovese e ligure di cui oggi massimamente abbiamo bisogno”.
Il documento fa riferimento all’appello lanciato dal Corriere il giorno prima sottolineando il valore storico della testata per Genova e per l’Italia “che dal 1948 offre un contributo essenziale al dibattito pubblico e alla pluralità dell’informazione”. Ad essere in gioco, così come in altre centinaia di redazioni in tutta la Penisola, sono “i posti di lavoro di professionisti che negli anni abbiamo conosciuto e apprezzato e che hanno contribuito a garantire la ricchezza e la pluralità del dibattito pubblico”, conclude l’ordine del giorno del Consiglio regionale.
Allo stesso modo anche il Comune di Genova non vuol far mancare il suo supporto allo storico quotidiano. Per questo motivo l’assessore allo Sviluppo economico Emanuele Piazza incontrerà in settimana il direttore del Corriere Mercantile Mimmo Angeli per individuare “nuove azioni dell’amministrazione comunale che promuovano la reazione della città , del mondo imprenditoriale, economico, delle istituzioni locali e nazionali, contro il rischio chiusura della storica testata genovese”.
La crisi dell’editoria si fa sempre più drammatica a livello nazionale. La libera espressione delle idee, così come la crescita culturale e civile del nostro Paese potrebbe subire davvero un duro colpo. Tutto questo passa anche dalla lotta per la sopravvivenza del Corriere Mercantile.