L’editoria cooperativa, non profit e di partito rischia di non poter ricorrere ai prepensionamenti, in quanto non ha le risorse necessarie per far fronte al contributo previsto a carico degli editori come sostegno all’intervento dello Stato per questo tipo di ammortizzatori sociali: è quanto sottolinea Primo M. Salani, presidente di Mediacoop (associazione delle cooperative editoriali e della comunicazione), in una lettera al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Paolo Bonaiuti. Il protocollo d’intesa siglato da Federazione degli editori, Federazione nazionale della stampa e Istituto di previdenza dei giornalisti prevede infatti la costituzione, presso l’Inpgi, di un apposito fondo a gestione separata, per contribuire ai costi dei pensionamenti anticipati, alimentato con un contributo straordinario, nella misura del 30% del costo di ciascun prepensionamento, a carico di ciascuna azienda che vi farà ricorso. “Un costo – afferma il presidente di Mediacoop – che non può assolutamente essere sostenuto dalle imprese editoriali cooperative, non profit e di partito che, a motivo di perdite pesantissime che mettono a repentaglio la continuità aziendale, hanno bisogno più di altre di ricorrere a questi ammortizzatori sociali per affrontare i necessari processi di ristrutturazione e che invece rischiano, paradossalmente, di restarne escluse”. Da qui la richiesta a Bonaiuti di “esonerare” le imprese editoriali cooperative, non profit e di partito “dal contributo straordinario” oppure, in subordine, di “individuare una soglia di fatturato al di sopra della quale divenga obbligatorio il contributo delle imprese”.