“Restiamo convinti che il regolamento non ha alcun senso se non si modifica l’art. 44 della legge 133 del 6 agosto 2008 nonché il comma 62 dell’ari. 2 della legge finanziaria 2010 per ripristinare il carattere di diritto soggettivo dei contributi diretti all’editoria”. E’ quanto si legge in un comunicato di Mediacoop pubblicato su ‘Il Manifesto’ di oggi.
“In linea generale – continua il comunicato – Mediacoop ritiene del tutto inopportuna la definizione con un regolamento dei criteri di erogazione dei contributi diretti a quotidiani e periodici oltre che discutibile sotto il profilo costituzionale. Si stabilisce, in tal modo, un rapporto di sudditanza tra governo e sistema dell’informazione”.
“E’ grave che il regolamento stabilisca un regime diverso per i giornali di partito, ancorati alle vecchie regole, restando per loro, al fine dei contributi, il riferimento – per altro censurato dallo stesso Consiglio di Stato – alla tiratura e non alla diffusione e non prevedendo alcun rapporto tra diffusione e vendita. Abbiamo difficoltà a comprendere, poi, il fatto che nel regolamento non sia stata accolta la proposta di introdurre un ulteriore tetto ai contributi, legato al numero dei giornalisti dipendenti, che avrebbe consentito un ulteriore risparmio per le casse dello Stato ed incentivato l’occupazione”.
“Del tutto inutile, se non dannosa, l’abolizione del tetto (30%) per la pubblicità ai fini dell’accesso ai contributi. Desta sconcerto e sorpresa, infine, il fatto che non siano state recepite le puntuali e specifiche modifiche, unanimemente richieste dalla Commissione Cultura della Camera come condizione per un parere favorevole sulla proposta di Regolamento”.
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