“Non c’e’ traccia del regolamento di delegificazione in materia di contributi all’editoria che il Governo doveva presentare entro il 25 agosto. E’ probabile che, ritenendo il termine semplicemente ordinatorio, esso verra’ presentato alla ripresa di settembre. Vogliamo sperare che il maggior tempo a disposizione consenta al Governo un profondo ripensamento dell’intera vicenda, in quanto siamo sempre piu’ convinti della incostituzionalita’ dell’articolo 44 del decreto 112 del 25 giugno 2008”. E’ quanto afferma in una nota Lelio Grassucci, Presidente di Mediacoop, esprimendo preoccupazione per le drammatiche difficolta’ in cui si trovano le imprese editoriali cooperative e non profit. “Avremo modo di argomentarne dettagliatamente le motivazioni in occasione della assemblea straordinaria del prossimo 23 settembre – aggiunge Grassucci – anche se dovrebbe gia’ essere sufficiente ricordare il fatto che mentre viene soppresso il diritto soggettivo e vengono ridotti gli stanziamenti per il mondo editoriale cooperativo, non profit e di partito, il diritto soggettivo e le risorse vengono confermati per i grandi gruppi che sono costituiti da societa’ che distribuiscono utili”. Il Presidente di Mediacoop sottolinea che si tratta di “un fatto gravissimo, senza precedenti: una decisione sciagurata, un durissimo colpo al pluralismo e alla democrazia che non si era mai visto, neppure nel corso della drammatica congiuntura economica del 1992. Vengono infatti messi a rischio di chiusura – aggiunge – 27 quotidiani editi da cooperative di giornalisti, 12 quotidiani organi di partito, 13 quotidiani e periodici di movimenti politici, senza citare le difficolta’ gravi che si abbatterebbero sull’Avvenire, Il Riformista, Il Foglio e su tutti i veri giornali di partito”. “Occorre pertanto – conclude – ricostituire i fondi necessari e ripristinare il diritto soggettivo. E’ una questione prioritaria ed irrinunciabile: oltre tutto la soppressione di un tale diritto sta rendendo impossibile il rapporto con il mondo bancario e la conseguente carenza di liquidita’ lascia alle imprese solo pochi mesi di vita”.