Dopo le contrazioni osservate nel 2012 e nel 2013, il mercato italiano dei media e dell’intrattenimento (E&M) è tornato a crescere nel 2014, registrando un incremento dell’1,7% fino a raggiungere un volume di ben 29,1 miliardi di euro. A rilevarlo è l’Entertainment & Media Outlook 2015-2019 di PricewaterhouseCoopers (PwC), azienda che fornisce servizi professionali di revisione, di advisory, di consulenza legale e fiscale alle imprese.
Grazie alla ripresa economica del Paese, PwC prevede un aumento della spesa totale del mercato E&M fino a 34,8 miliardi di Euro nel 2019 con un tasso di crescita annuale composto (Cagr) del 3,6%. Di questi 34,8 mld, la spesa degli utenti peserà per 27,7 miliardi (Cagr 4,6%), mentre la pubblicità raggiungerà 7,1 miliardi (+ 0,2%).
Nelle previsioni, la crescita complessiva dovrebbe essere alimentata dalla crescita del digitale. Più facilità di accesso a Internet e maggiori ricavi pubblicitari dovrebbero spingere in combinazione per portare un miglioramento nel settore media e intrattenimento. Accesso a Internet e ricavi pubblicitari dovrebbero avere, infatti, un Cagr del 7,8%. Una crescita che dovrebbe essere in grado di aumentare i ricavi complessivi del settore dal 25% del 2010 al 42% del 2019.
Ma non tutti i segmenti dell’editoria beneficeranno di questi effetti: periodici, musica, quotidiani e radio, i cui ricavi sono previsti in contrazione fino al 2019, non riusciranno a mettere in atto il processo, noto come digital disruption, per cui una nuova tecnologia origina il cambiamento di una determinata attività e modifica completamente il modello di business precedente.
Nel 2019 il digitale inciderà per il 47% sul totale dei ricavi del mercato E&M. Una crescita netta rispetto al 37% del 2014. Poco dopo il 2019 il digitale sorpasserà i media tradizionali: secondo le previsioni di PwC dovremo attendere fino al 2021, quando le voci di spesa più importanti per gli italiani saranno l’accesso a Internet (12,7 miliardi, 46% del totale) e Tv (5,4 miliardi, 19,6% del mercato).
Per l’Italia ci sono buone notizie: le previsioni di crescita complessive fino al 2019 collocano il Bel Paese al secondo posto di una speciale classifica di rapidità di crescita, un passo dietro la Svezia (tasso di crescita del 3,8% all’anno) e subito prima di Irlanda e Norvegia (+ 3,5%).
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