Stangata allo Zoo di 105 da parte dell’Agcom. Sanzione da 125mila euro al programma radiofonico “più odiato d’Italia”, per l’autorità garante delle comunicazioni sarebbe stato violato l’articolo 34 del Tusmar. Il testo unico dei servizi media audivisivi e radiofonici. Ma il conduttore storico del programma, Marco Mazzoli, non ci sta. E dalla sua pagina social ha duramente attaccato Il Fatto Quotidiano, accusato di sensazionalismo nell’aver dato la notizia. “Il processo non è chiuso”.
Secondo l’autorità garante, il programma avrebbe violato l’articolo che impone il divieto di “trasmettere programmi che possono nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori e film vietati ai minori di anni 14”. Nella fattispecie, la sanzione per espressioni giudicate insultati ai danni delle donne e degli omosessuali. Ma non è solo questo. Si tratta di parolacce e espressioni ingiuriose pronunciate, secondo quanto Agcom ha stabilito, “in maniera continuativa e morbosa”. Con “allusioni sessuali, messaggi di intolleranza”. E dunque per Agcom “sono state utilizzate espressioni volgari e denigratorie rivolte in particolar modo contro donne e omosessuali”. Risultato: 125mila euro di multa, a ragione del fatto che l’emittente sarebbe stata già “avvisata” in passato.
Sui social, la reazione del conduttore dello Zoo Marco Mazzoli. Che ha postato uno screenshot del titolo online de Il Fatto Quotidiano, insieme al commento di un lettore fin troppo duro nei confronti della trasmissione. Mazzoli ha scritto, cosa più importante oltre alla polemica nei confronti del giornale, che “il processo non è chiuso”. E che la multa non è stata, come ha riferito il Fatto, da 250mila euro. “Non saprei da dove iniziare. Forse dal titolo fuorviante e falso, visto che la multa sarebbe di €125.000 e non €250.000. O forse dal fatto che il processo non è chiuso e che le donne e gli omosessuali non c’entrano nulla con la questione, ma solo le parolacce, che diciamo da 23 anni e non sono una novità”.
Nella nota con cui Agcom ha dato notizia della sanzione, c’è anche la dichiarazione di Elisa Giomi. Relatrice della commissione per la delibera sanzionatoria contro il programma de Lo Zoo di 105. “E’ fuori luogo parlare di uso iperbolico di espressioni grezze o di mero elemento sonoro – come hanno argomentato, a difesa delle trasmissioni sanzionate, i rappresentanti di Radio Studio 105 – perché il registro umoristico, in queste circostanze, è un’aggravante, contribuisce a creare accettazione e consenso sociale intorno al linguaggio d’odio e allo scherno sprezzante. Ugualmente, il meccanismo della ripetizione ossessiva non determina la perdita di significato delle parole, ma al contrario ne aumenta la carica nociva e il potenziale di riproduzione, come accade con i virus che più circolano più sfuggono al controllo”.
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