Il lucano Maurizio Bolognetti prosegue il suo sciopero della fame per protestare contro il governo intenzionato a non rinnovare la convenzione da anni contratta con Radio Radicale. Una scelta, questa, che potrebbe significare la fine della storica e prestigiosa emittente radiofonica.
Bolognetti, volto radicale da decenni, si sta astenendo dal cibo da più di cinque settimane e ha spiegato all’Agenzia Dire i motivi della sua iniziativa che vanno ricercati nel “motto” stesso di Radio Radicale, quello del diritto “umano e civile” a conoscere per deliberare.
Qualche giorno fa era intervenuto a sostegno e in solidarietà il vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro, Vincenzo Orofino, che a Bolognetti aveva inviato un’accorata lettera: “la tua lotta in difesa di Radio Radicale è un gesto umanamente coraggioso (… ma non esagerare!) e culturalmente esemplare, poiché in questi tempi socialmente difficili e incerti sono veramente pochi coloro i quali sono disposti a mettersi in gioco per difendere spazi di libertà in funzione del bene di tutti.
Il mio mondo ideale – pur distante dal tuo e da quello di Radio Radicale – mi porta a condividere con te la preoccupazione per la paventata chiusura di uno storico strumento di confronto e di libera circolazione di idee e di proposte.
Oggi più che mai c’è bisogno deldialogo costruttivo per vincere la tentazione dell’uniformità omologante e dell’individualismo narcisista”.
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