Mattarella, il pluralismo e il valore dell’informazione per la democrazia

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Dal Capo dello Stato Sergio Mattarella arriva, in occasione della Cerimonia del Ventaglio, una lezione importante e preziosa sul pluralismo, sul ruolo dell’informazione e sul suo prezioso, e insostituibile apporto alla democrazia. Il Presidente ha voluto ringraziare i giornalisti per il loro lavoro e ha riaffermato, in poche e semplici parole, il valore di avere un’agorà di mille voci: “Il ringraziamento più intenso riguarda il prezioso e talvolta non facile compito di seguire e interpretare il mondo delle istituzioni e della politica, dandone notizia ai cittadini, esprimendo opinioni, suggerimenti, critiche che -non va mai dimenticato – sono essenziali nella vita democratica”. Mattarella ha quindi rifiutato la logica dell’uniforme e grigia società digitale: “Nella società dell’informazione globale è del tutto superfluo richiamare l’importanza che l’informazione riveste per il funzionamento della democrazia, per un’efficace tutela del sistema delle libertà”. Il Capo dello Stato torna sul pluralismo e sulla necessità di conoscere, come recita il motto di Radio Radicale (non a caso!) per deliberare, per scegliere, per applicare, concretamente i propri diritti e assolvere ai propri doveri di cittadini: “La democrazia, infatti è, anzitutto, conoscenza. È contesto nel quale avviene il confronto fra le idee e si esercita il diritto a manifestarle e testimoniarle. Alla libertà di opinione si affianca la libertà di informazione, cioè di critica, di illustrazione di fatti e di realtà. Si affianca, in democrazia, anche il diritto a essere informati, in maniera corretta. Informazione, cioè, come anticorpo contro le adulterazioni della realtà. Operare contro le adulterazioni della realtà -ha concluso Mattarella- costituisce una responsabilità, e un dovere, affidati anzitutto ai giornalisti”. Il Capo dello Stato ha voluto ribadire, per l’ennesima volta, che “ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”. Una sveglia severa nei confronti di quella parte, ancora troppo ingombrante, della politica che si è fatta strada brandendo, loro sì, bugie e veleni per tentare di disarmare la stampa.

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