Al via il Salone del Libro di Torino e, come da tradizione, il Presidente Sergio Mattarella ha inviato il suo saluto insieme al suo patrocinio più alto. Il Capo dello Stato, la cui sensibilità sui temi dell’editoria e della tutela della Costituzione è a tutta prova, ha inviato un interessante messaggio. La vita culturale del Paese deve, assolutamente, ricominciare. E ai libri, tesori senza pari, tutti gli italiani devono qualcosa.
Mattarella ha spiegato. “Un appuntamento fondamentale per la vita culturale del nostro Paese e il suo ritorno in presenza, dopo il tormentato periodo della pandemia, è per tutti motivo di grande soddisfazione”. Dunque ha detto. “Durante l’emergenza Covid, i libri sono stati per molti cittadini un rifugio, un alleato, un’arma contro la solitudine e lo sconforto. Laddove il virus ci costringeva a distanziarci dagli altri, il libro ci ha permesso di avvicinarci a storie nuove, a personaggi diversi, a mondi inesplorati. Il libro è un bene inestimabile per l’umanità”.
Il Presidente ha spiegato. “Un prezioso e irrinunciabile veicolo di conoscenza, bellezza, confronto, crescita civile. Il libro non si esaurisce nel rapporto scrittore-lettore. Ma è il prodotto finale di una industria culturale, che costituisce una vera filiera e un motore essenziale di crescita per la nostra società e la nostra economia. Per questo motivo è necessario che l’opera culturale sia rispettata. Che i canali editoriali vengano resi accessibili ai nuovi talenti, che le piccole realtà editoriali vengano sostenute. Che il ruolo prezioso di presidio culturale delle librerie di quartiere venga difeso e rafforzato, accanto a una capillare diffusione delle vendita on line, capace di raggiungere lettori anche nelle zone prive di librerie”.
Infine il Capo dello Stato ha concluso il suo messaggio con una riflessione alta. “Questa edizione del Salone del Libro di Torino è significativamente intitolata a Dante, il più grande tra i poeti italiani e intellettuale impegnato a fondo nel rinnovamento dei costumi e della politica della sua epoca. Questa dedica è impegnativa e il mio augurio è che il mondo del libro e dell’editoria acquisti sempre maggiore slancio e ritrovata centralità all’interno della nostra società rendendo gli italiani più colti, più liberi, più consapevoli”.
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