In un’intervista rilasciata a Repubblica, il sottosegretario all’editoria Andrea Martella aveva anticipato i temi all’ordine del giorno della sua audizione, prevista oggi, in commissione alla Camera dei Deputati.
Su tutti, spiccava il tema del recepimento della direttiva sul copyright, per il riconoscimento – dagli over the top di internet – degli emolumenti dovuti dalla legge d’autore sui contenuti diffusi in rete. Si è dato anche un termine, Martella: entro un anno la direttiva dovrà entrare in vigore e dovranno essere promulgati tutti i decreti attuativi del caso. L’iter, per ora, è iniziato dal Senato dove il disegno di legge per il recepimento della normativa comunitaria attende di fare il suo percorso.
Ma tra le priorità di Martella anche la lotta serrata a ogni forma di pirateria che ogni anno costa decine di milioni di euro all’intero comparto dell’editoria. Solo pochi giorni fa, un’indagine della Guardia di Finanza di Bari ha permesso la chiusura di diciassette canali che sulla piattaforma social di Telegram diffondevano, senza averne titolo, giornali, riviste e libri in formato digitale.
Al termine dell’audizione, il sottosegretario ha tirato le fila del confronto con i parlamentari: “Stiamo lavorando per la predisposizione del decreto. Non è concluso, non ho misure e risorse e non posso anticipare ciò che è ancora in fase di realizzazione. Se siamo arrivati, se il sistema dell’informazione ha retto, è perché abbiamo approvato misure a favore lettura e congelamento gli effetti dei tagli contributi”.
Quindi Martella ha spiegato: “Sullo sfruttamento dei precari, era stata quasi costituita una commissione sull’equo compenso, l’emergenza ha impedito la conclusione di quel lavoro. Solleciterò editori e giornalisti affinché si arrivi a conclusione, tenendo in considerazione lavoro dei precari: la dignità si difende con giusta remunerazione e con equo compenso. Molto spesso accadono elementi che minacciano fortemente il lavoro, attentati e minacce, fondamentale garantire sicurezza, libertà e prevenzione. Perciò con il ministro Lamorgese abbiamo costituito osservatorio su minacce”.
Dunque il sottosegretario ha affermato: “Inserito credito imposta su pubblicità togliendo valore incrementale, lo abbiamo fatto perché ci siamo resi conto che il settore pagava un prezzo grandissimo. Ora si tratta di fare di più, ho richiamato tre cose: credito d’imposta pubblicità (più del 30% previsto non so se si arriverà a 70% ma se si aumentasse la capienza al 50% sarebbe già risultato importate); credito imposta su carta (che sia equo, e cioé che non ne siano beneficiari quelli che già hanno contributo pubblico) e credito d’imposta per il digitale: spese di hosting, server e telefono e innovazione necessarie in questo periodo”.
Sulle edicole e precari fuori da bonus Inpgi, Martella ha spiegato: “Dedicheremo più attenzione verso chi non è rientrato in erogazione del bonus. Ho parlato di un credito d’imposta da prevedere per le imposte, un bonus per le edicole che hanno garantito servizio, poi dialogo con Poste e Comuni per servizi ed editori su aggio”.
Capitolo copyright: “L’iter era già iniziato con relatore Pittella che si è impegnato a riprendere quel percorso e si è impegnato entro l’estate ad approvare direttiva europea. Se ci impegniamo tutti, ci sono i tempi per arrivare anche prima del 7 giugno”. Sul fronte della pirateria: “Nel mese di marzo ho scritto al presidente Agcom dicendo che continua a esserci questo fenomeno. Ha avviato un’istruttoria, poi è stato fatto esposto dalla Fieg e c’è stato un intervento della Procura di Bari. Ma l’Agcom che ci ha mandato una lettera l’altro ieri ci ha chiesto attenzione perché ci sono lacune normative. Dunque dico, come parlamento, pensiamoci: potrebbe essere possibile che si decida già nel prossimo provvedimento di adottare eventualmente quella normativa che ci chiede l’Agcom. Se c’è accordo, se ne faccia promotrice la Commissione”.
Quindi un passaggio sulla commissione fake news: “Non c’è nessun intento di carattere censorio. Si è trattato di una scelta. La libertà d’opinione non si discute, è sacrosanta. Non è questo il punto. Si è voluto colpire le fake news che possono danneggiare sistema sanitario o di protezione civile. Abbiamo creato una commissione che ha solamente il compito di supportare le istituzioni con proposte e analisi, senza voler entrare nel diritto di ciascuno di avere delle opinioni. Ritengo che miglior contrasto sia che ciascun cittadino possa trovare da sé le informazioni”.
Infine, Martella conferma l’intenzione di procedere a una grande riforma del settore, quella della cosiddetta Editoria 5.0: “Occorre rivedere forme di sostegno pubblico diretto e indiretto, rilanciare la professione giornalistica. Si tratta di lavorare molto sull’accelerazione sul terreno tecnologico dell’innovazione e della digitalizzazione: completare dunque la traversata del deserto che da anni interessa l’editoria italiana e proiettarsi nel futuro, col mantenimento però della produzione cartacea”.
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