Il sindacato dei giornalisti lancia l’allarme sui tagli dei fondi pubblici a favore dell’editoria. “Per qualche bavaglio che si allenta, altri, soffocanti, vengono stretti. Preoccupano non poco – afferma in una nota Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della Stampa – le orecchie sorde del Governo che non ascolta non solo le grida di allarme del mondo del lavoro giornalistico e dell’editoria, ma neanche le decisioni del Parlamento, ripetutamente assunte a larghissima maggioranza da entrambe le Camere”.
“Nella manovra finanziaria e nelle ipotesi di maxi emendamento – spiega Siddi – non c’è nessuna misura per sanare i tagli ingiustificati fatti nottetempo, 4 mesi fa, ai fondi per l’editoria e, soprattutto, ai quotidiani delle comunità italiane all’estero, alle radio ed alle tv locali, come stabilito da precisi documenti del Parlamento. Silenzio tombale anche sulle tariffe postali, elevate anche in questo caso nottetempo tra il 31 marzo ed il 1° aprile, a livelli insostenibili che, assieme agli altri tagli, stanno già provocando decine e decine di sospensioni di pubblicazioni e interruzioni di attività (10 chiusure solo negli ultimi 10 giorni) a causa dell’incidenza sui budget sostenibili, per l’impennata dei costi di distribuzione ben oltre il 60%. Camera e Senato avevano votato, anche in questo caso, degli ordini del giorno finalizzati alla concreta traduzione in nuove poste di bilancio a sanatoria di queste ferite, e invece c’è il tentativo chiaro di non parlarne neanche”.
“Rivolgiamo un vibrante appello – prosegue il segretario della Fnsi – al ministro dell’economia Tremonti e al Sottosegretario all’editoria Bonaiuti a fare memoria e ad essere uomini d’onore che, in nome degli obblighi dello Stato e degli interessi pubblici reali, mantengano gli impegni che derivano da obblighi sostanziali. Nessuno si sottrae ad una valutazione seria dei sacrifici necessari per far fronte all’equilibrio dei conti dello Stato, ma è inaccettabile una linea tracciata solo a colpi di scure che trancia, spesso come capita in questo caso per i giornali italiani all’estero ed il sistema radiotelevisivo locale, fili indispensabili del circuito attivo dell’informazione plurale, bene pubblico primario”.
“Agli organi di informazione – conclude Siddi – l’invito a dare luce a queste problematiche come alle tante questioni sociali aperte da una manovra di cui si continua a parlare essenzialmente come azione utile alla stabilità dei conti, ma di cui, sul merito, molte cose poco si conoscono, come ad esempio le pesanti novità di prospettiva per il sistema pensionistico”.