L’approvazione definitiva del decreto sulla manovra economica da parte di Montecitorio è prevista per la mattina di domani 15 luglio, mentre in nottata è stato licenziato dalla Commissione Bilancio del Senato in tempo utile per passare al vaglio dell’Aula, dove è molto probabile il ricorso al voto di fiducia. Il pacchetto di modifiche del relatore alla manovra, Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) approvato dalla Commissione del Senato contiene molte novità e riscrive alcune parti del decreto rafforzandone l’impianto.
Il decreto contiene, tra l’altro, misure estremamente penalizzanti per il settore dell’emittenza televisiva locale che vede definitivamente sfumare la possibilità di un incremento dell’indennizzo spettante a seguito della liberazione delle frequenze dal 61 al 69 che saranno destinate alle compagnie telefoniche. Il Governo sceglie la via della forza, lasciando al 10% degli incassi dell’asta l’indennizzo per l’esproprio delle frequenze e prevedendo la “liberazione coatta” delle frequenze non liberate entro il termine perentorio del 31 dicembre 2012. Chi entro tale data non libererà le frequenze dovrà corrispondere gli interessi legali sulle somme versate dalle compagnie telefoniche a decorrere dal 1° gennaio 2013. Il Governo infatti anticiperà gli interessi alle compagnie telefoniche per poi rivalersi sulle emittenti locali.
A detta delle tv locali, l’unica nota positiva del provvedimento risiederebbe nel fatto che una quota non superiore al 50% (il che non significa il 50%, ma potrebbe essere, per esempio, anche l’1%) delle maggiori entrate accertate rispetto alla stima dei 2,4 mld di euro saranno riassegnate nello stesso anno al Ministero dello sviluppo economico per misure di sostegno al settore da definire con apposito decreto del Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze. Ciò significa – spiega la Federazione radiotelevisioni locali (Frt) in una nota – «che se il Governo incasserà dall’asta 3 mld le maggiori entrate accertate sarebbero 600 milioni di euro di cui 300 milioni (corrispondenti al 50% delle maggiori entrate accertate) dovranno essere riservate al settore dell’emittenza locale. Il provvedimento approvato prevede anche che il 10% delle maggiori entrate potrà anche essere corrisposto a titolo di indennizzo per la liberazione delle frequenze. Rimanendo nell’esempio, se le maggiori entrate saranno 600 milioni 60 milioni potrebbero andare come risarcimento agli espropriati. Questa disposizione elimina di fatto il tetto dei 240 milioni di euro previsto dalla Legge di stabilità».
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